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Bari, i medici di base non entrano nelle Rsa: «Non c'è sicurezza»

 
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La Rsa Villa Giovanna

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I sindacati: «Prima ci garantiscano la sicurezza». Emiliano: «Vanno richiamati alle loro responsabilità»

Domenica 19 Aprile 2020, 10:56

BARI- I medici di medicina generale devono continuare ad assistere i pazienti ricoverati nelle Rsa, anche in quelle in cui sono in corso epidemie. Un problema che è diventato terreno di scontro tra la Regione e le organizzazioni di categoria, dopo che è emerso il caso di Bari dove - secondo la Asl - i medici di base non avrebbero risposto alle chiamate.

Il fatto certo è che, ad ora, nessuno si è recato nelle Rsa per assistere gli anziani: non trattandosi di ricovero ospedaliero, infatti, la responsabilità sanitaria ricade sempre sul medico di famiglia, che peraltro per questa prestazione viene remunerato a parte. «Abbiamo rispettato le direttive regionali che a oggi vietano ai medici di famiglia di accedere alle strutture e prevedono solo il triage telefonico e l’assistenza a distanza», si difende Nicola Calabrese, segretario della Fimmg di Bari, ricordando che ad inizio emergenza la stessa Regione aveva chiesto ai medici di sospendere l’«accesso diretto» agli ambulatori passando al triage telefonico e agli accessi su appuntamento.

Ma si trattava, appunto, della prima fase dell’emergenza, quella in cui si registrava l’assoluta mancanza di mascherine e di altri dispositivi di protezione. Una situazione ormai superata da settimane. Anche nelle stesse Rsa, in particolare a Bari (ma è lo stesso nel resto della Puglia), dove le Asl hanno messo a disposizione tutti i dispositivi necessari per l’accesso in sicurezza alle strutture. I medici di famiglia, però, non ci stanno e chiedono «un protocollo di sicurezza che predisponga percorsi e una serie di tamponi capaci di garantire prima di tutto la sicurezza dei pazienti stessi».

Sulla stessa linea anche lo Smi (Sindacato medici italiani). «Abbiamo sempre garantito l’assistenza ai degenti attraverso anche il contatto e l’accordo con le famiglie e le figure sanitarie delle Rsa», secondo il segretario regionale Francesco Pazienza. «Dallo scoppio di questa pandemia noi medici del territorio siamo stati lasciati da soli nella difficile fase dell’assistenza medica al malato cronico e fragile», pur avendo denunciato «l’impossibilità a procedere a visite domiciliari».

Tuttavia la Regione sul punto è stata chiara. «Dobbiamo richiamare i medici di famiglia alle loro responsabilità», ha detto il governatore Michele Emiliano nell’incontro di mercoledì con i gestori delle Rsa. Il riferimento era proprio alla necessità di ottenere l’assistenza per gli ospiti delle strutture socio-sanitarie, cui le Asl stanno provvedendo in questa fase di emergenza con proprio personale». L’assistenza ai residenti è un compito contrattuale del medico di famiglia, e in quanto alla sicurezza la Regione fa notare che si tratta di un obiettivo comune: a nessuno può essere chiesto di entrare nelle Rsa senza dispositivi di protezione, dispositivi che vengono messi a disposizione dalle stesse Asl.

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