Un odore putrescente e dolciastro ha soppiantato il delizioso profumo dei fiori pugliesi. Bloccati matrimoni e funerali, lauree e battesimi, la produzione è andata in gloria. Ranuncoli, anemoni, statice, garofani del poeta, lilium, strelitzie, craspedia, miniature, solidago, gipsophila, gerbere stanno finendo al macero (e gli imprenditori pagano il costo dello smaltimento). Il resto viene donato ai vivi e «alla memoria». Così hanno ricevuto fiori per ogni acquisto i clienti dei mercati di «Campagna Amica» a Foggia e a Brindisi (quelli al coperto); mentre i florovivaisti salentini hanno regalato 4mila mazzi di fiori al cimitero di Leverano. Un cimitero chiuso anch’esso (lo prevede la normativa emergenziale) ma straordinariamente addobbato. Simbolo
drammatico di una primavera che, secondo Coldiretti, si chiuderà con «disdette pari al 100% degli ordini» nel «distretto in provincia Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo».
Per avere un’idea del danno, basti dire che - dati Coldiretti regionale - la Produzione lorda vendibile (PLV) stimata per il comparto vivaistico pugliese è pari a 300 milioni di euro, e che la PLV nel periodo 15 febbraio – 15 giugno (cioè proprio il periodo in cui l’emergenza Covid-19 ha bloccato l’Italia) vale il 70% del totale annuo. Coldiretti stima che saranno 2 milioni le giornate di lavoro presumibilmente perse, per un danno di almeno 200 milioni di euro, se non peggio. Per completare il quadro, in Puglia (dati Cia) sono circa 1.500 le aziende florovivaistiche e quasi 5mila gli addetti diretti, con un notevole indotto.
In attesa di nuove misure ad hoc come quelle sollecitate dall’europarlamentare Raffaele Fitto (si veda altro articolo a pagina 7; ndr) il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista spiega che «in Puglia le aziende floricole della zona di Taviano e Leverano del Leccese e di Terlizzi e Molfetta della provincia di Bari, in cui insistono molte realtà importanti del florovivaismo pugliese si trovano in grandissima difficoltà e sofferenza in termini di liquidità a causa della produzione invenduta per oltre il 70%» e chiede «misure urgenti per garantire liquidità alle aziende, con finanziamenti a tasso zero e una sospensione delle scadenze dei mutui, delle bollette, interventi straordinari a sostegno delle imprese che hanno compromesso la produzione per
l’impossibilità di commercializzarla».
La richiesta di liberare risorse del bilancio vincolato della Regione Puglia per aiutare concretamente gli agricoltori è stata avanzata da Coldiretti Puglia al tavolo regionale riunitosi ieri. «Misure dirette e straordinarie di sostegno», ha chiesto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. «Per il comparto del florovivaismo - ha aggiunto - abbiamo predisposto un’autocertificazione per la quantificazione del danno, considerato che le imprese, oltre alle mancate vendite e alla perdita del prodotto per la sua estrema deperibilità, devono accollarsi anche i costi dello smaltimento». Di «florovivaismo sul lastrico», parla Cia Puglia che, col suo presidente Raffaele Carrabba, riconosce al ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova di aver «raccolto il grido di dolore del comparto florovivaistico» e di aver «opportunamente fatto rilevare al premier Giuseppe Conte e ai ministri dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri e della Salute Roberto Speranza» la situazione drammatica del settore, chiedendo «un intervento risarcitorio per le imprese da 250 milioni di euro» e ipotizzando di «consentire la vendita dei prodotti florovivaistici all’interno dei garden center o ipermercati in condizioni di sicurezza per le persone che vi lavorano e per i cittadini».