«Chiederemo a Tap un risarcimento miliardario per danno d’immagine. Se dovessero essere condannati ci risarciranno miliardi di euro, perché il danno è enorme e il vantaggio è zero per la Puglia. A noi di Tap non importa niente». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando la citazione a giudizio dei vertici della società Tap, il gasdotto in costruzione in Salento.
«Ricordo che è ancora pendente la questione sulla mancata applicazione della direttiva Seveso, che è quella che si assicura della sicurezza degli impianti industriali. Ci auguriamo che la Procura chieda e pretenda un’altra citazione a giudizio». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’indomani della notifica della citazione a giudizio per i vertici della società Tap.
Su ex Ilva e Tap «la storia dice che Calenda e Renzi avevano torto e che noi avevamo ragione». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, chiarendo che «non avevamo posizioni preconcette contro i Governi contro i quali ci siamo scagliati. Le ragioni per le quali c'è stata una rottura profonda con il Governo del Pd guidato da Renzi sono state Ilva e Tap. Sono arrabbiato ma per quanto mi riguarda non c'era nulla di personale. Sono amareggiato, certo, e adesso chiedo alla Puglia, ai media, ai partiti, al Consiglio regionale, di prendere atto che la Regione aveva ragione».
«Ci hanno fatto passare sia su Ilva che su Tap per degli anti-industrialisti o, peggio ancora, - ha detto Emiliano - ci avevano detto che avevamo tenuto queste posizioni per fare dispetto a Renzi e a Calenda, che dicono che io sono una persona antropologicamente inaccettabile perché ho tenuto queste posizioni su Ilva e su Tap. Adesso queste due posizioni sono diventate l’una la posizione ufficiale del Governo in carica che Renzi sostiene, questa è la cosa incredibile, cioè Renzi oggi sostiene la decarbonizzazione, l’altra diventa oggetto dei capi di imputazione della Procura di Lecce».
«Questa è la Regione Puglia, - ha concluso - questi siamo noi. Noi ci batteremo, come ci siamo battuti in queste due vertenze, per difendere i pugliesi fino alla fine, costi quello che costi».