Mercoledì 10 Settembre 2025 | 09:07

Due poliziotti feriti con un fumogeno a Bari: manifestante proPal finisce a processo

 
isabella maselli

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isabella maselli

Due poliziotti feriti con un fumogeno a Bari: manifestante proPal finisce a processo

Si tratta di un 21enne finito ai domiciliari il 16 giugno scorso, arrestato in flagranza differita per la presunta aggressione commessa due giorni prima durante un corteo

Mercoledì 10 Settembre 2025, 05:00

Sarà processato con il rito abbreviato il primo destinatario barese del nuovo «decreto sicurezza», che prevede l’arresto e inasprisce le pene (fino a 5 anni di reclusione) per chi causa lesioni alle forze dell’ordine. Si tratta di un 21enne finito ai domiciliari il 16 giugno scorso, arrestato in flagranza differita per la presunta aggressione commessa due giorni prima durante un corteo pro-Palestina. A 48 ore dall’arresto il 21enne fu rimesso in libertà ma dovrà comunque difendersi in un processo per aver avvicinato un fumogeno al volto di due poliziotti, ferendoli. L’udienza è fissata per l’11 novembre.

Il corteo a sostegno del popolo palestinese organizzato - si legge nel verbale d’arresto - da «soggetti ritenuti aderenti ai locali movimenti di matrice anarco-antagonista», cui hanno aderito - stando ai numeri forniti dalla Questura - circa 150 persone tra le quali «attivisti dei locali centri sociali» e «di alcuni movimenti studenteschi», era partito da piazza Umberto e aveva percorso via Nicolai, via Cairoli, corso Vittorio Emanuele II, corso Cavour e via Imbriani, per poi sciogliersi in piazza Diaz. «Il contesto nel quale si è svolta la manifestazione - hanno relazionato gli investigatori - è apparso sin da subito connotato da una accentuata ostilità nei confronti delle forze dell’ordine presenti e di non collaborazione e dialogo».

Mentre il corteo sfilava in corso Cavour, il 21enne e altri manifestanti avrebbero iniziato ad agitare fumogeni. Alcuni di loro, mascherati da clown, qualcuno indossando anche cappelli di forze dell’ordine, avevano inscenato performance che hanno definito «teatrali». Ad un certo punto il 21enne avrebbe prima lanciato il fumogeno acceso ai piedi di uno di uno degli agenti della Digos che scortavano il corteo per garantire il corretto svolgimento della manifestazione. Poi lo avrebbe raccolto puntandolo al volto di due poliziotti, causando - a causa della potente forza irritante generata dai fumi e dalla distanza assai ravvicinata ai volti e agli occhi - rossore cutaneo ed eritema a guancia e collo (prognosi di 10 giorni) e iperemia congiuntivale al collega (prognosi di tre giorni), medicate nell’ospedale San Paolo. Contemporaneamente avrebbe minacciato i due poliziotti e un altro dirigente. Nel tentativo di colpire quest’ultimo, poi, gli avrebbe bruciato la giacca.

Conclusa la manifestazione, gli investigatori avevano riguardato le immagini del corteo, immortalando i momenti più critici e di tensione, compresa la presunta aggressione con il fumogeno da parte del 21enne. Avevano quindi identificato il ragazzo, incensurato, ed eseguito nei suoi confronti, due giorni dopo, l’arresto in flagranza differita per i reati di lesioni personali aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e lancio illegittimo di fumogeno.

La modifica normativa introdotta dal «decreto sicurezza» entrato in vigore lo scorso 10 giugno ha esteso infatti l’applicabilità dell’arresto nella cosiddetta flagranza differita anche in caso di lesioni personali cagionate agli ufficiali o agenti di polizia o di pubblica sicurezza mentre sono in servizio. Come nel caso del corto pro-Palestina. Davanti al giudice il 21enne si era difeso negando l’aggressione ai poliziotti e spiegando che si trattava di una manifestazione pacifica intervallata da performance teatrali. L’arresto fu convalidato ma il gip ritenne che non vi fossero esigenze cautelari tali da confermare la misura. Ieri il 21enne, assistito dagli avvocati Marco Milillo e Francesco Calabro, ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato condizionato alla acquisizione di foto e video registrati dai manifestanti che dimostrerebbero il contesto pacifico, escludendo episodi di violenza nei confronti delle forze dell’ordine.

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