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Prezzi biglietti bus non adeguati all'inflazione: Regione Puglia condannata per 3,5 mln

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Prezzi biglietti bus non adeguati all'inflazione: Regione Puglia condannata per 3,5 mln

Risarcimento al Cotrap, che gestisce i servizi su gomma. Le province rischiano di pagarne altri 13

Sabato 28 Dicembre 2019, 09:04

16:45

Negli anni 2011 e 2012 la giunta regionale guidata da Nichi Vendola non ha proceduto all’adeguamento all’inflazione dei prezzi dei biglietti del trasporto pubblico. Il risultato è che, quasi 10 anni dopo, il conto lo pagheranno i pugliesi. La Corte d’appello di Bari ha confermato i contenuti del lodo arbitrale che, nel 2016, ha accolto una parte delle richieste del Cotrap, condannando la Regione a risarcire il consorzio che gestisce i servizi su gomma con 3,55 milioni. Ma il conto finale potrebbe essere più salato.

I giudici (presidente Grillo, relatore Mitola) hanno respinto l’impugnazione con cui la Regione ha chiesto di annullare la decisione emessa all’epoca dal collegio arbitrale (presidente Enrico Follieri, componenti Gianpaolo Impagnatiello per la parte pubblica e Ignazio Lagrotta per il consorzio appaltatore) a fronte di circa 18 milioni chiesti dal Cotrap. Il tema riguarda appunto il contratto del 2004 (che scadrà a giugno) per la gestione del trasporto su gomma, in cui è previsto - tra l’altro - l’adeguamento annuale all’inflazione dei prezzi dei titoli di viaggio. Per due anni consecutivi (2011 e 2012) la Regione non ha però ottemperato, mentre per i due successivi lo ha fatto seppur con ritardo. Il Cotrap (in appello con gli avvocati Gianvito Giannelli e Giuseppe Carrieri) ha attivato il procedimento arbitrale per ottenere sia l’adeguamento, sia gli incrementi contrattuali del personale, ma il lodo ha accolto (in parte) solo la prima richiesta.

La decisione riguarda il contratto regionale, ma il problema riguarda a cascata anche tutte le Province. Il Cotrap ha infatti presentato ricorso al Tribunale di Bari che, dopo la conferma dell’Appello, dovrebbe emettere la sentenza. In totale sono in ballo circa 16 milioni, somma che - alla fine - dovrebbe essere pagata sempre dalla Regione (cui spetta il finanziamento del trasporto pubblico).

L’indice per l’adeguamento dei prezzi dei biglietti è estremamente basso, cosicché l’incremento annuo è nell’ordine di una frazione di centesimo a chilometro. Ma siccome parliamo di decine di milioni di chilometri percorsi ogni anno, alla fine le cifre diventano importanti. E, nel valutare il danno per il Cotrap, gli arbitri hanno dovuto procedere per via equitativa, «implicitamente ritenendo l’inesistenza di strumenti in grado di comprovare con certezza il numero di titoli di viaggio emessi in ciascuna categoria»: significa che la Regione (che paga il servizio) non sa nemmeno con certezza quanti biglietti vengono emessi ogni anno, perché può solo fidarsi dei dati riassuntivi trasmessi dal consorzio.

A questo punto la Regione non potrà far altro che pagare, salve le eventuali ulteriori conseguenze. «Siamo in attesa di confrontarci con gli avvocati - dice infatti l’assessore ai Trasporti, Gianni Giannini - e poi prenderemo una decisione. Tuttavia, a fronte di una richiesta di danni molto superiore, la nostra difesa ha già portato a conseguire un sensibile risparmio». Dal 2013 in poi, viene fatto notare, il contratto è stato sempre rispettato scrupolosamente: l’adeguamento all’inflazione è un obbligo imposto dalla legge e vale per tutti i contratti periodici.

La tegola della condanna arriva giusto alla vigilia delle nuove gare per l’affidamento del servizio, gare che dovranno essere effettuate (su base provinciale) entro il prossimo giugno. A inizio dicembre la Regione ha provveduto a ridisegnare il piano dei collegamenti, eliminando tutti i servizi ferroviari «integrativi» (che vengono effettuati su gomma, dunque sono doppioni delle principali linee del servizio ordinario) e affidando chilometri in più ai capoluoghi e ai centri principali.

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