Partiamo da un dato: dal 1985 in poi, ho visto il 99% delle partite giocate dalla Bari, e sono stato testimone oculare di tutte le nostre piccole soddisfazioni. Eh già, piccole, poche e nella maggior parte dei casi insignificanti, vedi alla voce Mitropa cup che nemmeno esiste più.
Quella squadraccia, detto con il tono dell’innamorato, in trent’anni me ne ha fatte di tutti i colori, però domenica 27 ottobre 2019, non ha avuto alcuna colpa, anche perché non ci sono colpe in quello che, secondo me, è accaduto.
Il pomeriggio paradossale è iniziato alle 15, quando in maniera molto spartana ho collegato il pc alla televisione, ingrandendo le immagini della partita. Una prassi per la quale il mio amico Enzino potrebbe collassare, lui…che con un app del cellulare scola la pasta da 3000 chilometri di distanza.
Fin da subito la telecronaca mi è parsa un po’ particolare, per il forte accento siciliano del giornalista, e per la sensazione crescente che appartenesse alla tifoseria organizzata del Catania. Roba di tesserato storico, peraltro. Non voglio dare l’idea sbagliata dell’impressione che ho avuto. Non gufava la Bari, tifava il Catania. Sono cose diverse.
La sua voce era comprensibilmente asettica se la palla ce l’avevano i nostri giocatori, mentre si elettrizzava di adrenalina se ce l’avevano i “loro”. Per tradizione vedo le partite con mio padre che tende sempre a ridimensionare le mie impressioni più furenti, ma il suo stupore davanti alla bizzarra cronaca, mi ha convinto che la mia più che una supposizione, fosse una constatazione. Volevo esserne certo però, certissimo, e allora ho provato a chiamare Alessandro, detto Sdc (schife de cristiane), ma lui, in onore al suo soprannome, non solo non ha risposto, a oggi non ha nemmeno richiamato. Allora ho provato con l’uomo più misericordioso, equo, ed equilibrato del mondo: Giovanni, un italiano vivo che nei miei romanzi muore sempre a pagina 5, e quando mi è arrivata la sua replica, in linea con la mia netta impressione, mi sono tolto ogni dubbio.
Ho iniziato a immaginare il commentatore brandire un cannolo al posto del microfono, e immediatamente mi sono tuffato nei social, per capire che impressione avessero i miei “colleghi” tifosi della Bari. Ho trovato la conferma definitiva.
C’erano commenti simpatici e pure le solite stupide esagerazioni, ma l’univocità del messaggio era indiscutibile.
La telecronaca la stava facendo un capo degli ultras del Catania.
Lo dico in maniera assolutamente simpatica, perché il cronista si esprimeva bene, in maniera fantasiosa, conduceva la telecronaca piacevolmente, ha fatto accostamenti arditi tra Francesco Lodi e Roberto Baggio, con tutto il rispetto per Francesco Lodi, ha sparso Futurismo con il suo “termometro di valutazione” e, lo ripeto, non gufava affatto la Bari. Tifava per il Catania che ha pure segnato un gol che è stato annullato, ma che ha generato comunque un suo urlo che ha confuso la migrazione dei cetacei nello stretto di Messina.
I minuti scorrevano, la partita era accesa, e lui secondo me si è fatto travolgere dal tifo, una cosa che, come l’amore, non chiede permessi. Il trasporto nei confronti del “suo” Catania era così genuino e innocente da risultare per certi versi degno di rispetto, al di là di tutte le considerazioni sull’opportunità in senso stretto.
Ovviamente su una bacheca facebook è venuto fuori il link del suo profilo e a guardare la foto mi è venuto da ridere. Testa e spalle circondate dalla megascritta “Catanista”. Gli ho pure scritto che capivo la questione tifo, ma non mi pareva professionale.
Ora invece la ringrazio questa persona, perché mi ha regalato un bel ricordo. Ricordo ben altre telecronache faziose, ma quelle erano persone comprate, non tifosi, Catania-Bari 0 0, in serie C, a me rimarrà impressa perché non mi era mai accaduto prima di sentire un professionista che viene soverchiato dall’amore verso la sua squadra. Non mi pare una tragedia e se non c’è dolo, non c’è nemmeno peccato.
Un paio di “dobbiamo stare attenti”, pronunciati dopo altrettante azione pericolose della Bari, mi hanno definitivamente conquistato e, siccome attenti lo sono stati davvero, alla fine lo zero a zero è il risultato più giusto per una partita che, per me e tanti altri tifosi della Bari, rimarrà veramente indimenticabile.