Ufficialmente ha lasciato per motivi pratici, dovendo fare la spola tra Valenzano e Roma. Ma, in realtà, dietro l’addio di Carmela Tagliente dalla guida di InnovaPuglia potrebbe esserci anche la stanchezza per un feeling mai trovato con la struttura. Fatto sta che dal 29 giugno la società regionale cui fa capo la centrale unica degli acquisti (solo per la sanità, sono in ballo due miliardi di euro l’anno) è rimasta senza vertice. E non ci sono soluzioni all’orizzonte.
Mercoledì scorso l’assemblea dei soci, convocata per nominare il nuovo presidente, è stata aggiornata a nuova data. Il prossimo appuntamento è per domani, ma pare che ci sarà un ulteriore rinvio. Il presidente Michele Emiliano, che già due anni fa aveva chiamato l’ex procuratore di Brindisi, Marco Denapoli (ricevendo un garbato rifiuto), avrebbe voluto un magistrato. Per questo ha sondato un altro ex procuratore della Repubblica, quello di Napoli, Giovanni Colangelo, tornato a vivere nel Barese: anche in questo caso, però, il tentativo si è rivelato infruttuoso. E ora si torna a cercare.
Pur essendo una piccola società, InnovaPuglia ha un ruolo importante proprio perché gestisce il sistema degli appalti. Un meccanismo che, nonostante gli annunci, continua a zoppicare: ne è un triste esempio la gara centralizzata per le mense ospedaliere, che viene data per imminente da due anni ma resta al palo, tanto da costringere le Asl a indire appalti-ponte. Eppure, il compenso previsto per il presidente di InnovaPuglia è di appena 40mila euro, inferiore (e non di poco) a quello del direttore generale: difficile, molto difficile, trovare persone disponibili ad accettare la responsabilità su 2 miliardi di euro di appalti per poco più di 2mila euro al mese.
Ma non è l’unico nodo. Sulla nomina in InnovaPuglia dell’ex sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, è infatti aperto un fascicolo della Procura di Bari che ipotizza (anche a carico del presidente Michele Emiliano) il reato di abuso d’ufficio, perché al momento della nomina Spina - in quanto sindaco - si trovava nelle condizioni di inconferibilità previste dal decreto Severino. Una bomba ad orologeria, su cui lavora anche la Corte dei conti: per quanto si tratti di una semplice indagine, e dunque che le ipotesi vadano ancora sottoposte al vaglio di un giudice (Emiliano garantisce che non c’è alcun tipo di reato), il contesto operativo certo non è dei più semplici.
Gli ultimi anni di InnovaPuglia, del resto, sono stati molto complicati. A fine luglio 2017 la giunta regionale designò come presidente l’ex consigliere comunale di Bari, Fabrizio D’Addario, costretto a dimettersi una settimana dopo quando emerse l’esistenza di una indagine a suo carico (poi archiviata, tanto che D’Addario è stato «ripescato» alla guida della Sanitaservice Asl Bari). Tre mesi dopo, Emiliano scelse l’avvocato Tagliente, tarantina, in passato all’ufficio legale di Aqp, poi consulente giuridico del ministro delle Infrastrutture e quindi passata alla Sogin (la società pubblica che si occupa del decommissioning delle centrali nucleari). Ha retto un anno e mezzo.
La Regione cerca dunque un nuovo candidato. Se non ne troverà uno entro domani, come appare probabile, se ne riparlerà il 22 agosto. Ma a prescindere da questo, nella delibera di giunta regionale approvata martedì è stato stabilito che sarà la stessa InnovaPuglia a dover svolgere «le verifiche di inconferibilità e incompatibilità» sul candidato presidente.