In quasi tre anni, «dal primo monitoraggio dell’ottobre 2016 nelle province di Brindisi e Taranto, fino all’ultimo del 9 giugno 2019, gli ulivi infetti da Xylella risultano 5.243. La mancata tempestività negli espianti ha lasciato attivi focolai e fonti di inoculo che hanno determinato la diffusione della malattia». Lo denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, in una nota, sollecitando i provvedimenti per gli espianti.
«Emblematico quanto accaduto a Martina Franca (Taranto) - prosegue - dove nel 2016 è stato ritrovato un unico ulivo infetto e l’averlo espiantato tempestivamente ha bloccato l'avanzata della malattia, tanto che in quel comune non sono più stati accertati casi di ulivi positivi alla Xylella. Ne è stato abbattuto 1 per salvare tutti gli altri», afferma: «Se fosse stata applicata per tempo e alla lettera la normativa comunitaria il focolaio sarebbe stato estinto». E ricorda il rischio per l’area di Fasano, Ostuni, Carovigno e Monopoli: sono presenti 250mila ulivi, «esemplari di pregio straordinario», ricorda Muraglia, che condanna «lo scempio perpetrato per esempio a Oria e Francavilla, nel Brindisino, dove per non abbattere 47 ulivi malati, con espianti bloccati dai ricorsi al Tar, hanno fatto morire 3.100 alberi e consentito al vettore di continuare ad infettare migliaia di esemplari, anche monumentali. La Xylella - aggiunge - è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere, che 'camminà a una velocità impressionante: in 5 anni il danno agli oliveti solo nel Salento ha superato 1,2 miliardi di euro»