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Bari, a scuola in limousine per festeggiare i suoi 8 anni: proteste sui social

 
Redazione online

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Bari, a scuola in limousine per festeggiare i suoi 8 anni: proteste sui social

Le lamentele dei genitori su Facebook: "Così si alimentano differenze ed esibizione".

Venerdì 08 Febbraio 2019, 04:10

13:30

BARI - Per festeggiare i suoi otto anni la vanno a prendere a scuola in limousine. L'episodio avvenuto alle porte di Bari ha scatenato una pioggia di polemiche sui social, prima fra tutte quelle di una mamma di un allievo dell'istituto che rivolgendosi alla preside scrive: "Cara preside, oggi un limousine lunga cinque metri attendeva una bimba di otto anni e solo alcuni dei suoi compagni di classe all'uscita dalla sua scuola pubblica, accanto al pulmino pubblico pagato dal Comune", sottolinea la donna. "Questo modo di fare scuola non mi rappresenta e non avrà il mio consenso. Una scuola dove un dirigente scolastico accetta che ad un metro ed ad un minuto dal tempo e luogo dell'educazione, si predichi apparenza, si esibisca sfarzo inopportuno per età e vacuo, si semini discriminazione sociale ... Si, vacuo ... Abbiamo appena finito la celebrazione della giornata della memoria, ieri era la giornata nazionale contro il bullismo, ma alimentiamo le differenze, l'esibizione, il valore delle cose materiali".

Uno sfogo che ha innescato una serie di reazioni, con utenti divisi tra chi ha condiviso lo sdegno della mamma, incentrando il discorso soprattutto su una questione morale e di educazione che parte dalla competenza genitoriale, e chi invece ha difeso la dirigente scolastica. "Ammesso che la preside avesse il potere di impedire alla famiglia di prendere il bambino come meglio ritiene, ma che ne sa la dirigente che fuori c'è la limousine". Così ha detto il direttore dell'Ufficio scolastico regionale (Usr) della Puglia, Anna Cammalleri, interpellata sulla vicenda della bambina. "Al di là del gusto di poter utilizzare la limousine per prendere un figliolo - sottolinea Cammalleri - ma la dirigente scolastica che ne sa: i genitori della bambina non hanno mica fatto una richiesta". "Lasciamo che la vita viva anche la sua varietà - prosegue Cammalleri - che è fatta, ahimè, anche di bambini che vengono truccati a otto anni per fare delle esibizioni in tv. La scelta sta anche nella capacità di prendere delle decisioni come genitori". "Non possiamo tenere i bambini in una palla di vetro - conclude - perché la vita non è una palla di vetro".

SCUOLA E DOCENTI: NOI STUPITI - A noleggiare una limousine non sono state sicuramente le docenti o la scuola in generale, ed è alquanto improbabile che ci sia stata una comunicazione precedente che ne preannunciava l’arrivo». Lo sottolinea in una nota lo staff docenti della scuola alle porte di Bari protagonista del caso della bimba di otto anni che nel giorno del suo compleanno era attesa all’uscita da una limousine. Il caso è stato sollevato su Facebook da una mamma che, chiedendo alla preside se fosse al corrente, ha sottolineato che «toccherà a noi famiglie mettere una pezza» su «quella bravata, riportando i nostri figli alla realtà». Il post ha scatenato le polemiche fra gli altri genitori.

Sul caso i docenti «manifestano altrettanto stupore e incredulità», e si chiedono se abbia «senso parlare di responsabilità» perché «è doveroso ricordare che l’obbligo di vigilanza da parte della scuola si esaurisce con la riconsegna del minore ad altro soggetto legittimato: genitori o delegati».

«Una volta fuori la scuola - proseguono - nessuno può sostituirsi alle figure genitoriali nelle scelte e nelle condotte. Neppure si può intervenire fuori la scuola per vietare ad un veicolo di sostare. Sulle infrazioni del codice della strada intervengono le forze dell’ordine».

Per i docenti, dunque, è «più opportuno parlare dell’importanza di una sinergia scuola-famiglia nella trasmissione di modelli educativi», e «dell’opportunità che le famiglie diano continuità alle azioni concordate con la scuola per i propri figli». «Se, tuttavia - proseguono - le tante ore spese nella scuola a discutere dei valori fondamentali del vivere sano e di temi quali la lotta al bullismo, rispetto della diversità, e integrazione non trovano sostegno nel contesto famiglia, non è più logico pensare che sia la scuola a dover essere sconcertata dinanzi a condotte non ispirate ai principi e ai valori dell’essenzialità, e dinanzi ad opinioni che sottendono una grande difficoltà a differenziare i ruoli, le funzioni e le competenze dei diversi contesti educativi?».
Per i docenti, infine, l’episodio potrebbe essere una occasione «per insegnare ai propri figli quali scelte si possono fare nella vita, visto che si può apprendere sia per imitazione che per differenziazione»

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