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Brescia, M5S: «Per mandare avanti il governo a volte dobbiamo ingoiare rospi»

 
Leonardo Petrocelli

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Leonardo Petrocelli

Brescia, M5S: «Per mandare avanti il governo a volte dobbiamo ingoiare rospi»

Parla il deputato barese sul decreto Salvini: criticità sull'immigrazione. Difficile vincere scommessa sui rimpatri

Venerdì 30 Novembre 2018, 13:02

Giuseppe Brescia, barese, deputato del M5S e presidente della I commissione Affari Costituzionali della Camera, cosa pensa del Global Compact, l’accordo Onu sui flussi migratori che sta spaccando il governo?
«È la risposta che serve perché, come sosteniamo da sempre, per problemi globali servono soluzioni globali. In quell’accordo sono contenuti princìpi già largamente condivisi e contemplati da trattati che già rispettiamo. Credo sia importante ribadirli».


Obiezione da destra: mette in pericolo la sovranità.
«Falso. Il Global Compact, all’articolo 15, sottolinea che gli Stati nazionali hanno il diritto di scegliere le politiche per la gestione dei flussi in piena libertà. Non c’è alcun rischio per la sovranità».


Salvini però lo contesta. Non l’ha letto secondo lei?
«Credo che la sua posizione sia dovuta a chi lo sta tirando per la giacchetta da destra. Teme di essere scavalcato e non può permetterselo. Ma basterebbe entrare nel merito per disinnescare le provocazioni della Meloni».


E ora? L’accordo passerà da una discussione parlamentare?
«Il punto di mediazione che è stato trovato è proprio questo. Spero si riesca a discuterne entro Natale. Al più tardi il confronto slitterà a gennaio».


Il Movimento voterà a favore?
«Ritengo sia molto complicato trovare dei motivi per votare contro. Abbiamo sempre accusato l’Ue di averci lasciati soli nella crisi dei flussi. Ora non possiamo dire no a un approccio globale».


Cambiamo argomento. Qual è il suo giudizio sul dl Sicurezza? Ieri lo ha attaccato anche l’Anpi..
«Nella parte che riguarda l’immigrazione il testo presenta molte criticità, nonostante le tante modifiche apportate dal M5S al Senato abbiano contribuito a smussarne gli angoli».


Ma è applicabile secondo lei?
«L’impianto si regge su tre scommesse. La prima riguarda il numero degli arrivi, da tarare sulle cifre di quest’anno. Se aumentano il sistema potrebbe andare in tilt. La seconda si lega alle commissioni territoriali chiamate a dare risposte più rapide. Qui sono previsti investimenti e non credo ci saranno problemi».


E la terza?
«La terza è la più delicata perché presuppone un moltiplicarsi dei rimpatri».


Non crede sia fattibile?
«Ho molti dubbi. Toccherà al Viminale dimostrare di poterci riuscire».


Il decreto è passato alla Camera con la fiducia. Lei l’ha votata?
«Sì, ho votato sia il provvedimento sia la fiducia».


Alcuni suoi colleghi non hanno partecipato al voto. Si sente di criticarli?
«Mettiamola così: tutti sono liberi di esprimersi come ritengono sui provvedimenti. Lo stabilisce la Costituzione. Ciò detto, il Movimento è forte se si muove come un corpo unico. Se ognuno va per la sua strada non è il massimo».


Ma lei ha votato convintamente o perché costretto dalle circostanze?
«Nella parte legata alla sicurezza il testo prevede tante cose buone, a cominciare dagli investimenti. Nel complesso il bilancio non è del tutto positivo, ma non è nemmeno negativo. E poi, ovvio, nonostante le perplessità si cerca di mandare avanti un governo che sta raggiungendo risultati storici e a volte tocca ingoiare dei rospi».


Dica la verità, Brescia, questi rospi non iniziano a diventare un po’ troppi per voi?
«È un do ut des. Abbiamo i nostri obiettivi e li stiamo raggiungendo, dalla riforma contro la corruzione al decreto dignità. Nemmeno loro muoiono dalla voglia di votare il reddito di cittadinanza ma lo faranno perché si tratta di una nostra battaglia fondamentale».


Quindi il governo non cade?
«Assolutamente no. Questo governo non durerà cinque anni, ne durerà sei»

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