Era affetto da iperossaluria, una grave patologia ai reni, il bimbo libanese di due anni morto oggi sul volo Alitalia Beirut-Roma, che ha compiuto un atterraggio di emergenza a Bari dove i sanitari del 118 hanno inutilmente tentato di rianimare il piccolo. Lo si apprende da fonti medico-legali intervenute sul posto. Il bambino era assistito in aereo - spiegano fonti della compagnia aerea - da un’infermiera della Croce Rossa che lo accompagnava, aveva una mascherina per l’ossigeno ed era diretto nella capitale per ricevere cure mediche. Assieme a lui c'erano i genitori. Durante il volo, avrebbe avuto una crisi cardiaca ed è stato soccorso dall’infermiera, quindi è stato deciso immediatamente l’atterraggio di emergenza nell’aeroporto più vicino, a Bari. Vista patologia di cui era affetto il piccolo, i medici legali hanno comunicato alla Procura che non ritengono necessaria l’autopsia.
L’emergenza medica a bordo è stata segnalata alle 6.33 di questa mattina e il volo è atterrato d’urgenza a Bari alle 6.47. Anche fonti dell’Enac, sulla base di informazioni ricevute dalla Polizia, confermano che il decesso è avvenuto a bordo. Tuttavia, una volta sbarcato, il personale del 118 ha proseguito a terra, all’interno di un’ambulanza, le operazioni per tentare di rianimare il bimbo.
L’aereo è ora parcheggiato in uno stand remoto dell’aeroporto di Bari, in attesa di ripartire per Roma con tutti i passeggeri. Come previsto dal Codice della navigazione aerea, il comandante - oltre ad essere ascoltato dall’autorità giudiziaria competente qualora ve ne fosse la necessità - dovrà rendere dichiarazioni al direttore territoriale dell’Enac, Antonio Lattarulo, che sta seguendo la vicenda.
Il bambino era atteso a Fiumicino da un’ambulanza che lo avrebbe portato al Bambino Gesù di Roma per essere sottoposto ad un doppio trapianto di fegato e rene. «Purtroppo - hanno detto i medici del Bambino Gesù - il bimbo non è riuscito a raggiungere il nostro ospedale, dove sarebbe stato sottoposto a valutazione per l’inserimento nella lista d’attesa per i trapianti. Siamo molto dispiaciuti da questo triste epilogo, ma non possiamo dimenticare che si tratta di malattie complesse che possono presentare, come in questo caso, quadri molto severi e, talvolta complicarsi con eventi drammatici come questi