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Ilva, l'europarlamentare grillina
«La fabbrica comunque chiuderà»

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Ilva, l'europarlamentare grillina«La fabbrica comunque chiuderà»

Rosa D'Amato

«Stiamo facendo le cose giuste. Di Maio ha un approccio popolare, Calenda era soltanto un lobbista»

Sabato 25 Agosto 2018, 12:29

27 Agosto 2018, 09:11

L'avvocatura dello Stato ha rilevato criticità nella procedura per l'aggiudicazione dell'Ilva: che fare ora?
«Ciò che sta facendo Di Maio - risponde la tarantina Rosa D’Amato, europarlamentare del Movimento 5 Stelle - penso sia giusto. Sarebbe paradossale aggiungere a questa dolorosa e delicata vicenda altri contenziosi. Di Maio ha fatto ciò che un ministro deve fare: leggere le carte, osservare le procedure regolari, muoversi nel rispetto della legge. Ma c’è una differenza che lo distingue da Calenda e dagli altri predecessori: Di Maio ha un approccio popolare, non lobbistico, e rende una visione chiara della questione. Tutto viene fatto in funzione della tutela ambientale e sanitaria. Prima di tutto e tutti ci sono i tarantini e i figli che verranno».

A Taranto molti si aspettano, o almeno si aspettavano, la chiusura del siderurgico: cosa si sente di dire a chi sul punto attacca il Movimento?
«Dico ciò che penso davvero, come sempre: comunque andrà a finire, e qualsiasi dovesse essere la via d’uscita intrapresa a norma di legge, secondo me Ilva chiuderà comunque. Ed è bene che noi tutti lavoriamo al futuro di Taranto. Un futuro senza acciaio. Io ci lavoro da mesi, da tarantina e da europarlamentare M5S. Sono entrata in politica per gettare massi enormi nello stagno tarantino e italiano. Ognuno di noi deve continuare a fare la sua parte. Ilva chiuderà, a prescindere dal pacco confezionato da Calenda e amici del Sistema dei vecchi Governi. L’hanno confezionato bene, questo è certo. Sono stati proprio abili! Ma non mi affascina il passato. E non sono attratta dalla contesa politica del presente. Io penso che la mia Città abbia un futuro solo: senza veleni! Dentro e fuori il movimento lavorerò per questo!».

Crede sia possibile dare fiducia al piano ambientale proposto da Mittal?
«No. Infatti abbiamo chiesto revisioni corpose e non a caso della vicenda adesso si occuperà il ministro Costa. Noi non molliamo su nessun punto. Tutte i percorsi che la Legge e il buon senso ci indicano siamo tenuti a batterli con determinazione. Conosciamo i dati, la realtà delle malattie e la condizione sanitaria, ma anche economica, dei residenti e dei lavoratori a fronte della presenza di grandi industrie sul territorio. La situazione è grave e nota».

È possibile chiedere all'Europa fondi e sostegno per la riconversione dell'economia tarantina?
«Certo. Ci sono i fondi della Politica di Coesione (Fesr, Fse), il Feg, il Cef, Fondi diretti quali Horizon2020, Cosme. Lo ripeto da da mesi. Tra l’altro nel Parlamento Europeo sto lavorando ai nuovi regolamenti che saranno in vigore dal 2021. Questione fondamentale, perché si sta discutendo con Commissione e Consiglio della modifica dei regolamenti, del budget per le regioni, di nuovi parametri di assegnazione. Difenderemo gli interessi del Sud e dei territori in crisi ambientale ed economica. Stiamo studiando possibilità e occasioni di sviluppo nuovo per Taranto e la sua provincia. La terza rivoluzione industriale è un processo irreversibile. Tra qualche settimana presenteremo lo studio su cui abbiamo lavorato nell’ultimo anno. Dettaglieremo su idea di Futuro di Taranto, futuro che è già adesso! Andare oltre l’Ilva e il vecchio modello industriale è un dovere che la storia ci sta imponendo a prescindere. Facciamoci trovare pronti».

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