Lunedì 08 Settembre 2025 | 17:21

Pd Puglia, Epifani o Gentile? È lotta tra i renziani

 
Bepi Martellotta

Reporter:

Bepi Martellotta

Puglia Pd

Per la nuova segreteria pugliese, manca la terza casella. Lacarra al contrattacco

Domenica 29 Luglio 2018, 08:07

30 Luglio 2018, 12:21

BARI - «Sto aspettando una risposta». Il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, non scioglie la riserva sul terzo nome in quota Renzi che ancora non è stato incasellato nella nuova segreteria del partito, quella che dovrà accompagnare il percorso congressuale passando dall’assemblea regionale fissata intorno al 15 settembre. E il perché, a sentire i rumors, sta nello scontro che si sta consumando sotto l’ombrellone dei «renziani» su chi dovrà rappresentarli in quella casella, tra l’eurodeputata Elena Gentile e l’ex consigliere regionale Giovanni Epifani.

A quei nomi corrispondono anche due territori, il Foggiano e il Brindisino, che chiedono adeguata rappresentanza nel nuovo partito, visto che la «corrente» di Matteo si è espressa con Ruggiero Mennea (Bat) e l’ex deputato Salvatore Capone (Lecce). Non è solo una questione di «geografie». I renziani della prima ora sarebbero stati - a loro dire - colpevolmente «dimenticati» in questa tornata di nomine, così come hanno da ridire gli orlandiani del Tarantino: in quella quota in segreteria entrano gli ex deputati Ventricelli (Bari) e Capone (Lecce) e, per questo, accusano il segretario regionale e l’area di riferimento di non aver coinvolto minimanente Taranto. «Non è un caso se Taranto non abbia un rappresentante della federazione Pd, né in parlamento né in consiglio regionale, e oggi neanche in segreteria regionale».

Territori, appetiti e delusioni - tra gli orlandiani come nelle file dei due veri referenti pugliesi di Renzi, il sindaco Decaro e l’ex viceministro Bellanova - che non scuotono, per ora, il Fronte Dem, dopo che il leader Emiliano ha aperto ad un renziano (Amati) la terza casella che gli spettava e incassato altri due posti per i fedelissimi Caracciolo e Sportelli. Lacarra, intanto, difende le scelte fatte e respinge le accuse, ad esempio, di Losacco, il franceschiniano che gli rimprovera di aver messo in piedi una squadra che fotografa il passato e il partito che lo volle segretario. «Ricordo che le aree del congresso si sono costituite dopo la mia elezione, nel 2017. Sono consapevole del fatto che non tutti siano stati coinvolti nella segreteria, ma ricordo che è una squadra che avrà vita breve - dice - e che va verso l’assemblea di settembre. Bisognerebbe provare a fare quadrato tutti insieme piuttosto che fare proclami sui giornali e magari, lo dico a Losacco, essere più presenti nel partito». Lacarra rivendica di aver deciso per una nuova segreteria sebbene il suo ruolo non fosse in scadenza.

Evidente il suo intento - dopo i ripetuti appelli al ricambio e il pressing esercitato da alcuni (Amati in testa) - di lanciare un segnale a tutti: sono io che decido di chiudere, non voi che mi cacciate. «Ho messo a disposizione il mio mandato proprio per consentire al partito di affrontare al meglio le prossime sfide elettorali. Ricordo che in un contesto di critiche totalmente immotivate nei miei confronti - dice piccato - abbiamo vinto ad Altamura e Brindisi. A fronte di un’ondata negativa in Italia, il Pd pugliese non è allo sbando ed esce da diversi successi, come quelli del 2017 su Taranto e Lecce». I «nemici interni?».

«Sono contento che Amati venga in segreteria, sebbene non glielo abbia chiesto io. Evidentemente - rimarca - con Emiliano ha immaginato un percorso politico comune che mi sta bene. Rimprovera la sua corrente di chiamarlo solo quando c’è da candidarsi, ma ricordo a Fabiano che della sua candidatura alle Politiche io ne avevo appreso da Roma, così come questa volta - per la segreteria - la apprendo da altri. Avevo chiesto a Pentassuglia, piuttosto, di darmi la disponibilità, ma mi sta bene che ci sia lui, anzi lo invito a darci una mano perché il partito va riconosciuto sempre e non a fasi alterne».

Quindi l’appello: «le dinamiche congressuali sono congressuali, smettiamola di giocare al “chi sta con chi” perché i veri nemici stanno da un’altra parte: sono quelli che stanno distruggendo il Paese e che ora siedono al governo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)