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Palagiustizia, Inail fa ricorso al Tar: «Il Ministero paghi lo sgombero»

 
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Palagiustizia, ministro: via le tende ma in arrivo task foce per notifiche

E Bonafede interviene dopo lo smantellamento della tendopoli: non lasceremo solo i cancellieri. Sisto (Fi): festeggia inettitudine

Lunedì 02 Luglio 2018, 15:16

03 Luglio 2018, 16:55

L’Inail, ente proprietario del Palagiustizia di via Nazariantz a Bari, ha impugnato dinanzi al Tar Puglia l’ordinanza con cui il Comune di Bari, lo scorso 31 maggio, ha dichiarato l’inagibilità dell’immobile ordinando lo sgombero entro il 31 agosto e che prevede, a carico della stessa proprietà, gli oneri relativi all’alleggerimento dei piani e al trasloco. A doversene fare carico, secondo l’Inail, è il Ministero della Giustizia.

Il ricorso rischia di allungare i tempi per il trasloco e questa mattina, in conferenza permanente, il Comune ha ribadito l'esigenza di liberare il palazzo, rimarcando il rischio che, in mancanza di azioni di sgombero, si dovrà procedere ad un sgombero immediato.

Secondo i legali dell’Inail, è "illogico» che le prescrizioni relative allo spostamento della documentazione, degli archivi e degli arredi dai piani superiori al livello interrato e poi il loro trasferimento in altra sede, siano in capo alla proprietà, trattandosi inoltre in gran parte di atti giudiziari e quindi documenti riservati e delicati. Per l’Inail gli obblighi che derivano dalla necessità di garantire l’incolumità pubblica devono essere a carico dell’occupante (il Ministero della Giustizia), e non del proprietario. L’ente ricorda, tra l’altro, che il contratto di locazione è scaduto e quindi il Ministero sta di fatto occupando l'immobile senza averne titolo.

In premessa, infatti, spiega che da quando la competenza dell’edilizia giustizia è passata dal Comune al Ministero, nel settembre 2015, la proprietà non ha più ricevuto l'Indennizzo di locazione, accumulando crediti per complessivi 3,6 milioni di euro. Nel frattempo sono stati anche eseguiti lavori di manutenzione straordinaria che sono costati all’ente più di 2 milioni di euro. Nel maggio scorso, quindi, non essendo pervenuto alcun pagamento, l’Inail ha citato il Ministero dinanzi al Tribunale civile (l'udienza è fissata a gennaio 2019).

Con il ricorso l’Inail chiede ora ai giudici amministrativi di annullare l’ordinanza del Comune di Bari, previa concessione della sospensione cautelare del provvedimento o, almeno, che venga modificato ponendo gli oneri a carico del Ministero.

BONAFEDE - UNA TASK FORSE PER LE NOTIFICHE - «Non lasceremo soli i cancellieri alle prese con migliaia di notifiche, stiamo pensando a una task force che renda più agevole e veloce questo compito». Lo dichiara il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in un post pubblicato su Facebook all’indomani dello smantellamento della tendopoli allestita un mese fa a Bari per celebrare le udienze di rinvio dei processi penali dopo la dichiarazione di inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz. «Abbiamo tolto le tende. - scrive Bonafede - Ieri la Protezione civile ha smantellato la tendopoli al tribunale di Bari in seguito al decreto emanato dal Governo per sospendere i processi fino al prossimo 30 settembre».

«Un provvedimento la cui urgenza era dettata proprio dalla inaccettabile situazione in cui si amministrava la giustizia a Bari: dentro delle tende, fra caldo tropicale, zanzare, allagamenti. Un luogo - precisa il ministro - in cui era possibile solo fare delle udienze di rinvio, non celebrare i processi, in cui la scritta 'La legge è uguale per tuttì era stampata su un foglio volante attaccato a un banco con del nastro adesivo. Giusto a rappresentare quanto fosse precaria l’amministrazione della giustizia in quel luogo».

«Una situazione mortificante per tutti, - continua Bonafede - dagli operatori del mondo giustizia ai cittadini. Abbiamo posto fine a questa situazione, è stato il primo impegno che ho preso da ministro e l’abbiamo portato a termine. Ma, oltre provvedere all’urgenza, siamo a lavoro per dare agli uffici giudiziari di Bari una sede sicura e capace di ospitare tutte le sezioni e i tecnici del Ministero stanno già facendo i sopralluoghi». "E, al contrario di quanto qualcuno sostiene, - conclude il ministro del post - la Giustizia non si ferma a Bari: tutti i provvedimenti urgenti (i processi con detenuti, quelli per mafia e terrorismo, la convalida degli arresti) saranno comunque portati avanti. L’ho già detto in precedenza e lo ribadisco: le polemiche non mi interessano, c'è tanto da lavorare e sono concentrato solo su questo».

SISTO (FI): MINISTRO FESTEGGIA INETTITUDINE - «Il ministro Bonafede festeggia su Facebook la certificazione della propria inettitudine: lo smantellamento delle tende al Palagiustizia di Bari non è un risultato, è la prova della truffa continuata ai danni della Città». Lo afferma il deputato di Francesco Paolo Sisto. «Gli operatori del diritto - prosegue - così come le parti in causa dei processi, non vogliono sospensioni di termini, peraltro incostituzionali, ma soluzioni concrete. Tra investimenti negati e norme non conformi alla Carta, il Sud ne esce come al solito mortificato».

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