Le previsioni meteo non lasciano scampo: dopo il rinvio della serata di venerdì, anche il concerto di sabato con Chiara Civello è stato posticipato. L’organizzazione ha scelto di tutelare la sicurezza del pubblico e degli artisti, facendo slittare l’intero programma del NoJazz 2025 alle date comprese tra domenica 31 agosto e martedì 2 settembre.
La rassegna, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Noicattaro in collaborazione con Bass Culture srl, quest’anno assume un valore speciale: un omaggio al grande Pino Daniele, indimenticabile voce e anima della musica italiana. Tre serate di concerti gratuiti in Piazza Umberto I renderanno tributo al cantautore partenopeo con la partecipazione di Chiara Civello, Enzo Avitabile e Joe Barbieri, artisti che con lui hanno condiviso palco, amicizia e ispirazione.
Ad aprire il cartellone sarà Joe Barbieri, domenica 31 agosto alle 21. Il cantautore napoletano, noto per la sua fusione elegante di jazz, canzone d’autore e world music, proporrà un repertorio che attraversa la sua carriera e anticipa i brani del nuovo album Big Bang, in uscita ad aprile 2025.
Lunedì 1 settembre salirà sul palco Enzo Avitabile, che presenterà una versione acustica del suo percorso musicale, accompagnato da Gianluigi Di Fenza (chitarra ed elettronica) ed Emidio Ausiello (percussioni). Un concerto che si annuncia come rito collettivo e intimo, tra ritmi mediterranei, spiritualità e contaminazioni che hanno reso Avitabile una delle voci più autorevoli della world music.
Gran finale martedì 2 settembre con Chiara Civello, interprete raffinata dalla carriera internazionale. Con la sua voce unica, capace di spaziare tra jazz, soul, pop e sonorità brasiliane, la cantautrice romana offrirà un set intimo e cosmopolita, tra improvvisazione e melodia.
NoJazz conferma così la sua vocazione: un progetto culturale che trasforma il cuore di Noicattaro in un palcoscenico aperto al mondo, unendo la qualità artistica alla dimensione conviviale della piazza. Nonostante il rinvio, l’attesa promette di essere ripagata da tre serate di grande musica e passione.
A rischio rinvio anche la settima edizione della Notte bianca dell’Ipocondria, in programma oggi, sabato 30 agosto, alle 21:30, nell’uliveto dell’Art&Lab Lu Mbroia di Corigliano d’Otranto, con un appuntamento ormai cult per chi ama trasformare paure e ossessioni in sorrisi condivisi. In caso di maltempo, la manifestazione sarà rinviata a lunedì 1 settembre.
Il tema di quest’anno è la domanda definitiva: “Me sta canusci?” – “Sei nelle condizioni psicofisiche per ricordarti della mia persona?”. Una provocazione ironica che guiderà un’intera serata fatta di performance, canzoni, ospiti e autoironia. «Sarà una serata incredibilmente sana, robusta, controllata e a tratti ottimista – ma senza esagerare», assicura il direttore sanitario dell’evento.
Il programma si aprirà con la presentazione del libro Lezioni di leggerezza. La scienza del buonumore per mettere a dieta i pensieri e godersi la vita (Feltrinelli) del filosofo e regista Filippo Losito, seguito dall’atteso spettacolo dell’AnsiaEnsemble guidato da Andrea Baccassino, con ospiti come Alberto Tuma, Serena Spedicato, Miss Mykela, Massimo Donno, Ippolito Chiarello e altri protagonisti “inconsapevoli”. Prevista anche la partecipazione di Anthony degli Scemifreddi e le selezioni musicali tristi di Dj Sert. Novità dell’edizione 2025 sarà il KaraOki, uno spazio aperto al pubblico per improvvisazioni musicali, monologhi e – per i più timidi – silenzi eloquenti.
Accanto agli spettacoli, non mancheranno gli stand enogastrofarmacologici con piatti tipici, vini e birre locali, affiancati da surreali “servizi sanitari” come lo spruzzo antizanzare, la misurazione casuale della pressione, la pausa placebo, l’analisi del sintomo immaginario e persino un laboratorio di autodiagnosi via Google o ChatGPT.
Ideata nel 2019 da Pierpaolo Lala e sostenuta da Massimo Donno, la Notte Bianca dell’Ipocondria è gemellata con il Festival della Disperazione di Andria e, in pochi anni, è diventata un punto di riferimento nazionale della cultura dell’assurdo. Un’occasione per ridere delle proprie fragilità, trasformando l’ansia in comunità e la paura in festa: perché, come recita il motto della manifestazione, «ci sentiamo tutti un po’ male… ma intanto balliamo, cantiamo e ci misuriamo insieme la pressione».