Parte da una posizione di “forza” Enrico Infante, prossimo procuratore capo di Foggia dopo che la quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura nelle scorse settimane ha proposto al plenum il suo nome in seguito anche alla rinuncia dell’altro candidato, il procuratore capo di Trani Renato Nitti.
In magistratura dal 2002 tutti come pm nel capoluogo dauno, Infante ha maturato un notevole patrimonio di conoscenza del territorio, dei fenomeni criminali, delle sacche di omertà essendosi occupato in questi decenni di criminalità organizzata, predatoria, colletti bianchi, reati ambientali e finanziari. Ed è una posizione di forza. Però nel nuovo prestigioso e difficile incarico, Infante parte anche da una posizione di “debolezza” fotografata dalle classifiche che pongono la Capitanata agli ultimi posti in Italia alla voce “sicurezza e giustizia”, non che stia meglio quando si parla di lavoro, livelli di istruzione, tassi di disoccupazione…. Foggia e provincia svettano per indice di insicurezza tra le province del Sud Italia: 26° su 106 in Italia, 3° nel Meridione dopo Napoli e Palermo, 1° in Puglia.
Prima nel panorama nazionale per furti d’auto; seconda per omicidi in rapporto alla popolazione e per impunità; quinta per usura; undicesima per estorsioni. Numeri in nero quelli che il prossimo procuratore capo conosce bene: circa 23mila reati denunciati annualmente nei 61 comuni della Capitanata, un terzo nel capoluogo. Furti d’auto, uno dei reati che più colpiscono i cittadini nel portafogli oltre che nel sentiment ossia nella percezione d’insicurezza, aumentati del 20% con circa 4400 auto rubate in un anno e un numero irrisorio di arresti, a fronte della sfrontatezza dei ladri che spopolano nei video sui web e una mancanza di indagini a medio-lungo termine per arginare il fenomeno. Ben 24 i bancomat saltati in aria in 11 mesi e nessun arresto, con paesini senza più Atm per prelevare, dopo che Poste che hanno deciso di chiudere di notte molti sportelli per arginare i colpi. E ancora: 3 assalti a portavalori del 2025, nessuna novità sul fronte investigativo.
Degli 8 omicidi da inizio anno, risolti solo quelli a… chilometro zero facili facili, mentre sono ancora in cerca di autore e moventi 4 delitti nemmeno particolarmente difficoltosi dal punto di vista investigativo se si pensa a casi analoghi risolti in passato. Senza dimenticare la ferita sempre aperta per la tanto decantata e citata Squadra-Stato, rappresentata dall’immagine simbolo del cancello di una caserma dei carabinieri chiuso con catene dai soliti ignoti che nel frattempo con la ruspa sventravano e svaligiavano una gioielleria: successe a Apricena il 10 dicembre 2024.“A Foggia ci sono meno magistrati rispetto al numero previsto anche perché nessuno vuol venire a lavorare qui; i posti carenti vengono messi al bando, ma l’ultimo concorso è andato ancora vacante. Qui la tensione sociale è fortissima e pronta a esplodere” l’allarme del predecessore di Infante, Ludovico Vaccaro il 5 maggio 2023 in un incontro col vice presidente del Csm.
Parole non nuove perché già rimarcate in un’intervista alla Gazzetta il 16 novembre 2016 dall’allora presidente della sottosezione dauna dell’Associazione nazionale magistrati Antonio Buccaro: “nessun magistrato vuol venire a Foggia per i carichi di lavoro”. Non a caso per un posto importante-prestigioso-difficile come la Procura di Foggia, sono giunte da tutta Italia solo 2 due candidature, una poi ritirata. In un Tribunale che nell’ultimo periodo di rilevazione (1 luglio 2023/30 giugno 2024) ha emesso 5099 sentenze penali, con oltre 10mila cause pendenti e una durata media dei processi di 879 giorni ossia 2 anni e 4 mesi, i 25 pm in servizio sui 28 previsti hanno chiuso 28850 procedimenti, di cui 13034 contro persone note e 15816 contro ignoti. Più nel dettaglio avanzate 5208 richieste di archiviazione; 855 di rinvio a giudizio; 2103 di riti alternativi; 2442 citazioni dirette a giudizio. I procedimenti pendenti alla data del 1 luglio 2024 in Procura erano 15530: 6619 contro noti e 8911 contro ignoti.
Chissà poi se con l’insediamento di Infante quale procuratore capo ci sarà una maggiore apertura verso il mondo dell’informazione, quindi della possibilità per i cittadini d’essere informati meglio di quanto avvenga oggi di fronte ai silenzi investigativi-giudiziari. Basti un dato: dal 2024 a oggi a fronte di oltre 40 blitz di cui la maggior parte coordinati dalla Procura, si ricordano solo un paio di conferenze stampa sul finire del 2024. Da quando le comunicazioni ufficiali delle forze dell’ordine su arresti e non solo devono passare al vaglio dei capi delle Procura, a Foggia la parola d’ordine tra gli investigatori è sempre più spesso: “non possiamo dire niente”, con l’assurdo che anche i nomi dei morti ammazzati spesso vengono “segretati”. Un silenzio cui troppo spesso segue il buio investigativo-giudiziario.
















