Nessuno sconto di pena nel processo d’appello a Danny Pio Cartanese, ventitreenne sanseverese, detenuto da oltre due anni: confermata la condanna a 12 anni e 8 mesi per il tentato omicidio di Gianluca Galullo, apricenese rimasto ferito la sera del 10 aprile 2023, giorno di Pasqua, quando 5 sanseveresi tornarono ad Apricena armati per vendicarsi di alcuni giovani del posto dopo un litigio avvenuto un’ora prima. I giudici della prima sezione della corte d’appello di Bari hanno confermato integralmente il verdetto pronunciato il 3 aprile 2024 dal Tribunale di Foggia. Pena di 2 anni confermata infatti anche per Giuseppe Michael Cinotti, 33 anni, accusato di concorso con il coimputato in porto e detenzione illegale di armi. Il pg chiedeva la condanna di Cartanese a 15 anni e la conferma dei 2 anni per Cinotti; richieste ribadita dall’avv. Ettore Censano costituito parte civile per la vittima. Gli avv. Cecilia D’Alessandro per Cartanese e Luigi Marinelli per Cinotti sollecitavano riduzioni di pene. I due imputati rischiano peraltro un nuovo processo per l’ulteriore accusa di aver cercato di uccidere anche il fratello e il padre di Gianluca Galullo.
Stando alla ricostruzione accusatoria, la sera di Pasqua 2023 Cartanese e altri 2 sanseveresi si recarono nella vicina Apricena; in piazza Costa ci fu un litigio per questioni banali con l’apricenese Gianluca Galullo e un compaesano. I 3 sanseveresi si barricarono nella loro “Golf” e scapparono, mentre l’auto veniva tempestata di calci e pugi. Immediata la decisione di vendicarsi; Cartanese, i 2 amici e altri 2 concittadini un’ora dopo tornarono in auto a Apricena armati di fucile e pistole. Il quintetto rintracciò Gianluca Galullo mentre era insieme al fratello Vincenzo. Cartanese scese dall’auto e esplose 5 pistolettate ferendo i 2 fratelli. Le indagini sfociarono 3 mesi più tardi il 12 luglio 2023 nell’arresto dei 5 sanseveresi accusati a vario titolo di tentato omicidio e possesso illegale di armi. Cartanese, principale indiziato, finì in carcere.
In primo grado il Tribunale di Foggia lo condannò a 12 anni per tentato omicidio di Gianluca Galullo; ma non si pronunciò sulla richiesta del pm di condannarlo anche per lesioni ai danni del fratello Vincenzo Galullo: i giudici infatti accolsero la tesi dell’avv. Censano di parte civile sul fatto che Cartanese dovesse rispondere anche del tentato omicidio di Vincenzo Galullo e del genitore; trasmisero quindi gli atti alla Procura perché valutasse se modificare l’iniziale imputazione.
Cartanese lo scorso 28 maggio beneficiò degli arresti domiciliari per motivi di salute, concessi dalla stessa corte d’appello che l’ha ora condannato. I giudici gli vietarono “ogni forma di comunicazione, anche telefonica o telematica, con soggetti diversi dai familiari conviventi”. Invece l’imputato pubblicò sul social TikTok un post del seguente tenore: “che la vita ci trovi sempre forti e degni; e se non sarà così che almeno ci trovi armati e pronti a riprendercela”. Alla luce di quel post che contravveniva agli obblighi imposti dai giudici, la Procura generale chiese e ottenne dalla corte d’appello l’arresto-bis del presunto pistolero che il 27 giugno fu riportato in cella “per le plurime violazioni” ai domiciliari “che attestano una personalità fortemente orientata al crimine, non avendo l’imputato tenuto in alcuna considerazione il divieto imposto, comunicando con terze persone attraverso i social”.