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Foggia, per il fallimento dell’ex Amica il centrodestra chiede trasparenza alla giunta

 
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Foggia, per il fallimento dell’ex Amica il centrodestra chiede trasparenza alla giunta

Il centrodestra prende posizione dopo la sentenza che condanna il Comune di Foggia a risarcire con 27 milioni la curatela Amica.

Sabato 21 Giugno 2025, 15:13

Il centrodestra prende posizione dopo la sentenza che condanna il Comune di Foggia a risarcire con 27 milioni la curatela Amica. «Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, ma del risultato inevitabile e annunciato di anni di gestione irresponsabile del centrosinistra al governo della città dal 2004 al 2014. La sentenza del Tribunale di Bari è implacabile nel definire le responsabilità. Il fallimento Amica è stato "scientemente accompagnato", come chiarito all’epoca dal Tribunale Fallimentare, e questo rappresenta una macchia indelebile sulla gestione della cosa pubblica di quegli anni. Pochi mesi fa il Tribunale ha evidenziato, inoltre, che l'amministrazione Episcopo "non ha intrapreso alcuna iniziativa concreta con atti motivati" per affrontare la crisi Amica.

Ma non è solo questione di inerzia: l'Amministrazione Episcopo ha deliberatamente rifiutato di chiudere una transazione che avrebbe fatto risparmiare la metà dell'importo ora dovuto alle casse comunali. Il Centrodestra aveva più volte sollecitato questa soluzione in sede di Consiglio Comunale durante le discussioni sul bilancio, ma le nostre proposte sono state sistematicamente ignorate. Una scelta incomprensibile e politicamente irresponsabile che oggi presenta il conto salato ai cittadini foggiani, costretti a pagare più del doppio per l'ostinazione e l'incapacità dell'amministrazione», affermano i gruppi consiliari del centrodestra che aggiungono: «Non possiamo dimenticare le violazioni procedurali che hanno caratterizzato quella gestione, come l'affidamento ad AMIU del servizio di raccolta rifiuti con una semplice delibera di Giunta, in palese contrasto con il Testo Unico degli Enti Locali.

Una scelta che, secondo quanto emerso, sarebbe stata dettata dalla volontà di assecondare interessi esterni alla città, ma che si è rivelata un boomerang per l'amministrazione comunale guidata dal Sindaco Mongelli. Oggi i vertici di AMIU risultano infatti indagati per presunta falsificazione dei dati sulla raccolta differenziata, dati che sarebbero stati alterati per ottenere l'affidamento in house del servizio. A questo si aggiunge la qualità deficitaria del servizio offerto ai cittadini, del tutto sproporzionata rispetto al notevole importo della TARI che grava sulle famiglie foggiane. Questi sono i fatti che dimostrano come il centrosinistra abbia condotto la città verso il pre-dissesto finanziario proprio negli anni del fallimento Amica.»

«Ora - prosegue il centrodestra - i cittadini foggiani si trovano a dover pagare le conseguenze di questa gestione fallimentare. I 27 milioni di euro, a cui si aggiungono interessi e rivalutazione monetaria, rappresentano una cifra che compromette gravemente la stabilità finanziaria dell'ente. Dopo i numerosi sacrifici affrontati in questi anni dal centrodestra per portare avanti la difficile procedura del piano di riequilibrio finanziario, questa sentenza rischia di vanificare tutti gli sforzi compiuti per il risanamento. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: meno risorse per la manutenzione delle strade, per la cura del verde pubblico, per il potenziamento della pubblica illuminazione, per l'efficientamento della raccolta dei rifiuti e tanto altro. Servizi essenziali che rischiano di essere compromessi dalle scelte sbagliate del passato e del presente. La vicenda Amica non è solo una questione finanziaria, ma rappresenta una pietra miliare nella storia amministrativa di Foggia, testimonianza dell'incapacità del centrosinistra e del campo largo di gestire la cosa pubblica.»

«Di fronte a questa situazione drammatica, pretendiamo risposte immediate e concrete. L'Amministrazione Episcopo deve spiegare ai cittadini come intende affrontare questa emergenza finanziaria senza compromettere ulteriormente i servizi pubblici. L’Assessore al ramo ha il dovere di assumersi le responsabilità e trarne le dovute conclusioni rassegnando immediatamente le dimissioni. Qualcuno ne deve rispondere», concludono i consiglieri.

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