FOGGIA - Il pm della Dda di Roma Alessandra Fini vuole interrogare il capo clan Emiliano Francavilla nel processo in corso da settembre 2023 davanti al Tribunale di Velletri a Antonio Fratianni, 59 anni, costruttore di Foggia accusato del duplice tentato omicidio aggravato dalla mafiosità di Antonello Francavilla (fratello maggiore di Emiliano, come lui al vertice dell’omonimo gruppo) e del figlio minore feriti a Nettuno il 2 marzo 2022. Fratianni avrebbe sparato al boss mafioso quand’era era detenuto ai domiciliari nella cittadina laziale, per non restituirgli un’ingente somma di denaro ricevuta per reinvestirla.
Lo stesso Fratianni sfuggì il 26 giugno successivo alla vendetta del clan Francavilla che voleva ucciderlo a Foggia: la squadra mobile sventò il progetto di morte, salvò il costruttore, e dopo un mese il 22 luglio fermò 6 persone tra cui Emiliano Francavilla che nel processo d’appello in corso a Bari dopo la condanna di primo grado a 12 anni, ha ammesso d’aver progettato l’agguato a Fratianni per vendicare il ferimento del nipote. Alla luce di queste dichiarazioni rese da Emiliano Francavilla in corte d’appello a Bari lo scorso 21 febbraio, il pm della Dda di Roma Fini (a lungo pm a Foggia) ha chiesto di sentire il malavitoso: quale imputato in processo collegato potrebbe anche avvalersi della facoltà di non rispondere.
Antonello Francavilla classe ’77, e il figlio sedicenne furono feriti gravemente la mattina del 2 marzo 2022 a Nettuno nell’abitazione dove Antonello Francavilla era ai domiciliari per estorsione aggravata nell’inchiesta “Rodolfo” sul pizzo preteso da un imprenditore del settore agro-alimentare del capoluogo dauno. Fratianni venneu fermato vicino Trieste il 2 agosto successivo su decreto di fermo della Dda di Roma che gli contesta d’avere esploso almeno 10 colpi di pistola ferendo il boss a addome, braccio e torace, e il figlio a testa e petto. Inizialmente si pensò che il killer fosse un uomo spacciatosi per poliziotto presentatosi a casa di Antonello Francavilla per controllare il detenuto ai domiciliari.
Le successive indagini basate anche sulle rivelazioni di un testimone di Giustizia dipendente di Fratianni che riferì d’aver appreso del presunto coinvolgimento del datore di lavoro nell’agguato, portarono all’incriminazione del costruttore. La Dda gli contesta l’aggravante mafiosa per il metodo utilizzato, “e avuto riguardo alla causale, riconducibile a contrasti all’intero del clan Sinesi/Francavilla nel quale deve ritenersi orbitante Fratianni, transitato dall’essere imprenditore mera testa di legno asservita agli interessi del clan a collettore di somme di provenienza illecita del sodalizio mafioso”.
L’imprenditore si dice innocente; sostiene d’essere vittima di un tentativo di estorsione da lui denunciato alla Dia di Foggia il 3 marzo, all’indomani dell’agguato fallito a Nettuno: Antonello Francavilla l’avrebbe convocato un paio di volte nella cittadina laziale, minacciato, e preteso un milione, un appartamento e un locale commerciale. In un anno e mezzo di udienze davanti al Tribunale di Velletri sono stati sentiti i testi d’accusa e difesa. Ora il pm ha chiesto di interrogare Emiliano Francavilla per quanto detto nel processo a suo carico a Bari il 21 febbraio. Rendendo dichiarazioni spontanee dal carcere di L’Aquila dov’era all’epoca detenuto (nei giorni scorsi Emiliano Francavilla ha ottenuto i domiciliari a Foggia dopo oltre 2 anni e 8 mesi in cella, come pubblicato ieri) disse: “volevo spiegare che se ho pensato di agire in quel modo lì era semplicemente per mio nipote. Quando ha subìto quell’agguato della persona che l’ha sparato, ossia Fratianni, l’ha colpito alla testa per dargli il colpo di grazia, quella cosa là mi ha colpito, perché io il bambino l’ho cresciuto come fosse mio figlio. Per questo motivo io volevo agire in quel modo lì nei suoi confronti” (di Fratianni) “perché una persona che è padre di famiglia che agisce verso un bambino di 15 anni in quel modo lì, è una persona cattiva dentro. Solo per questo”. Nel processo in corso a Bari Fratianni si è costituito parte civile.