FOGGIA - I contribuenti foggiani pagando la Tari avrebbero consentito al Comune di Bari - socio con il Comune di Foggia dell’Amiu Puglia la società partecipata che si pccupa della raccolta dei rifiuti - di coprire le perdite accumulate dal capoluogo regionale con l’amministrazione De Caro.
Lo si afferma in un documento inviato a Procura, Carabinieri, Anac, Ispra, Asl e Comune di Foggia e firmato da Maurizio Marrese del Wwf, Francesco Bacchelli di Fareambiente Puglia, Carmela Pellegrini per 'La Società Civile', Giuseppina Cutolo per Italia Nostra, Giuseppe Potenza per Konsumer Italia, Giorgio Cislaghi, Alessio Lusuriello per Libertà Civile, Mercurio D'Aloia di Progetto concittadino, Oreste Di Giuseppe, Marcello Sciagura, Michele Vaira e Nicola Zingrillo. Nel documento si sostiene che i fondi provenienti dalla Tari pagata dai cittadini foggiani siano stati utilizzati per finanziare la raccolta dei rifiuti di Bari. Era stato proprio Raphael Rossi, dimissionario dal CdA di Amiu Puglia, ad evidenziare utile dalla gestione di Foggia per 1,5 milioni di euro ed una perdita dalla gestione di Bari per 2,1 milioni di euro: "Abbiamo verificato, leggendo la relazione sulla gestione del bilancio al 31 dicembre 2023, che quanto affermato dall’ex consigliere Rossi corrisponde al vero", dicono i ricorrenti che nell’esposto sottolineano «che le perdite di Bari non verrebbero coperte da un aumento della Tari a carico dei cittadini baresi. Viceversa, pur a fronte di un servizio che costa meno di quanto è stato pagato dai foggiani, la Tari a carico di essi è stata recentemente addirittura aumentata. Nel bilancio gli utili di Foggia vengono utilizzati per ripianare parzialmente le perdite di Bari: la perdita di esercizio complessiva ammonta ad euro 573.493".
"La scarsità del servizio, denunciata da anni dai cittadini foggiani, con questi dati ha una spiegazione tangibile: Amiu Puglia, con i soldi della Tari dei foggiani, finanzia la raccolta barese. Chiediamo che le autorità valutino se l’utilizzo delle tasse dei foggiani per finanziare un servizio reso ad altri cittadini costituisca un illecito, di natura penale o contabile, e se tale condotta si sia verificata anche nei precedenti anni".
Saranno adesso la procura di Foggia, l’Anticorruzione e gli altri soggetti coinvolti nell’esposto a fare le indagini. Va ricordato che la “Gazzetta di Capitanata” in svariati articoli già a partire dagli anni 2012-2014 aveva approfondito la questione dei “patti parasociali” pesantemente penalizzanti per Foggia tanto che l’impianto di biostabilizzazione conferito - che da solo avrebbe consentito al Comune di acquisire almeno il 50% della società Amiu visto il suo valore e gli utili che ha prodotto - venne praticamente derubricato ad una percentuale minima. Ora c’è l’esposto. Si attende sempre quello sul misterioso fallimento dell’Amica.