Sabato 06 Settembre 2025 | 20:54

Foggia, dottoressa presa a pugni da due pazienti nel pronto soccorso: «È provata e pensa di fermarsi»

 
Redazione online

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«Gli attacchi agli operatori del Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia sono ingiusti»

Il pronto soccorso del «Riuniti» di Foggia

E' accaduto sabato notte. Presa a pugni, prognosi di 10 giorni

Martedì 09 Aprile 2024, 17:25

10 Aprile 2024, 13:25

FOGGIA -  Una dottoressa sabato scorso è stata aggredita per due volte, da due pazienti, mentre era in servizio nel pronto soccorso del policlinico di Foggia, nel turno notturno. Lo comunica lo stesso ospedale in una nota. «Una dottoressa in servizio nel turno di notte - ricostruisce Paola Caporaletti, direttore del pronto soccorso - è stata aggredita fisicamente da un paziente in stato di agitazione che ha persino ricevuto supporto dalla moglie. La dottoressa nella sua dichiarazione ha ricostruito quanto accaduto.

Il paziente le ha dato un pugno in pieno volto causandole varie contusioni e la rottura degli occhiali: la prognosi, al momento, è di dieci giorni. Sul posto sono anche intervenute le forze dell’ordine. La sanitaria poco prima aveva subito un’aggressione da parte di un altro paziente».

«Esprimo vicinanza e solidarietà - dice il direttore generale del policlinico, Giuseppe Pasqualone - alla dottoressa vittima di un’aggressione mentre prestava servizio nel pronto soccorso. Eventuali disagi non possono giustificare atti di violenza verbale e fisica. Ricordiamo che in caso di lesioni, anche lievi, ora si può procedere d’ufficio, indipendentemente dalla volontà della vittima di sporgere querela». 

«La dottoressa è estremamente provata sia sotto il profilo fisico sia sotto quello psicologico e in queste ore sta mettendo in dubbio la possibilità di continuare a svolgere l’attività di medico». Lo afferma la direttrice del pronto soccorso Paola Caporaletti in riferimento alla dottoressa aggredita sabato sera in pronto soccorso a Foggia. La malcapitata ha preferito non rilasciare dichiarazioni personalmente ma ha consegnato tutta la sua amarezza alla direttrice. «In questo clima - continua Caporaletti - è diventato impossibile continuare a svolgere la professione».

La dottoressa aggredita per due volte sabato scorso - una verbalmente e la seconda anche fisicamente con un pugno in pieno volto - ha grande esperienza. Da oltre venti anni presta servizio tra pronto soccorso e postazione 118 dell’Asl e conosce bene le dinamiche delle situazioni di emergenza-urgenza.

«E' veramente una situazione triste. Questi continui attacchi - prosegue Caporaletti - inducono sempre più medici ad allontanarsi dal servizio pubblico baluardo di civiltà invidiato da altre nazioni. Così facendo ben presto i pazienti troveranno quella porta del pronto soccorso chiusa per assenza di medici. E' un sistema al collasso che, continuando così, rischia il tracollo definitivo», conclude la direttrice del pronto soccorso.

ANAAO ASSOMED: «RINFORZARE PRESIDIO DI SICUREZZA»

 «Non un episodio, ogni tanto. Le aggressioni a carico dei medici e degli operatori sanitari, ormai, sono una vera emergenza. Una continua escalation». Così il segretario aziendale Anaao Assomed del policlinico Riuniti di Foggia Fabrizio Corsi in merito all’aggressione subita nella serata di sabato scorso da una dottoressa in servizio al pronto soccorso del capoluogo dauno.
«Ma la cosa più preoccupante - dichiara Corsi - è che quelli più gravi che occupano le pagine dei giornali, sono solo la punta di un iceberg: gli episodi di violenza, fisica ma anche verbale, a carico di medici e operatori sono moltissimi di più. Il paziente sente una inadeguata risposta alla sua richiesta di salute e scarica questa frustrazione sul medico o sull'operatore che, in quel momento, sta lavorando solo ed esclusivamente per il bene del paziente stesso».

Corsi sottolinea come sia necessario «rinforzare gli organici, migliorare la comunicazione tra medico e paziente così da poter fornire assistenza anche nell’attesa. Serve con urgenza anche rafforzare il presidio di forze dell’ordine o di addetti alla sicurezza, così che la loro presenza sia un deterrente per azioni di forza. Non ultimo è necessario che il personale, in trincea giorno e notte, avverta la presenza accanto a sé delle istituzioni a tutti i livelli». Il segretario aziendale di Anaao Assomed fa presente che «la procedibilità d’ufficio nei casi di aggressione, oggi possibile grazie alla perseveranza di anaao assomed che da tempo ne chiedeva l’approvazione, deve essere accompagnata, nei processi che ne conseguiranno, dalla costituzione di parte civile delle aziende sanitarie e, come recentemente annunciato, della Regione Puglia».

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