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Manfredonia: la città ritrova se stessa, riaprono gli storici archivi

 
Michele Apollonio

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Michele Apollonio

Manfredonia: la città ritrova se stessa, riaprono gli storici archivi

Dopo 40 anni di studi e ricerche, martedì l'inaugurazione del nuovo centro di documentazione nell’auditorium «Serricchio»

Domenica 10 Dicembre 2023, 10:19

MANFREDONIA - Quarantasette pubblicazioni, dodici bollettini contenenti saggi e ricerche, convegni con pubblicazione degli atti è il corposo profilo ben più cospicuo di quanto non dicano le brevi note introduttive, del nuovo Centro di documentazione storica, prosecuzione del Centro di documentazione storica di Manfredonia fondato nell’ottobre del 1983. Sono dunque quaranta anni di attività intensa, corposa, originale di un sodalizio culturale che fa onore a Manfredonia, ma che Manfredonia, chi ne ha retto le sorti anche culturali, non ha avuto quella sensibilità di tenere nel dovuto conto una pregevole istituzione tant’è che la sede, si fa pere dire, del centro è confinata in uno sgabuzzino nel portone del Palazzo dei Celestini. Ma questa è storia ordinaria consolidata di una città che anno era nel suo palmares papi, re e imperatori, letterati di valore universale.

Questi primi laboriosi quarant’anni saranno celebrati con una manifestazione fissata per martedì 12 dicembre prossimo nell’auditorium «Cristanziano Serricchio» al Palazzo dei Celestini con inizio alle 17. Dopo l’introduzione del presidente del Centro, Michele Ferri, il professore Stefano Picciaredda, docente di storia contemporanea all’Università di Foggia, terrà la relazione dal significativo tema «Comprendere la storia per pensare al futuro». Quasi un invito e un ammonimento per la Manfredonia di oggi, ad attingere auspici dalla storia in un momento di grande apprensione per le sorti della città, come noto, alle prese con una ardua e complicata vigilia elettorale dalla quale dovranno scaturire, si spera, quelle figure che tenendo presente le vicende storiche cittadine passate e recenti, dovranno raddrizzare e stabilizzare una situazione traballante.

Di tanta storia il nuovo presto di documentazione storica si è fatta testimone e depositario svolgendo attività volte: a favorire lo sviluppo della conoscenza delle città e del suo comprensorio territoriale sotto il profilo storico, socio economico, linguistico, archeologico, artistico; recuperare la documentazione storica sulla città e il suo territorio; pubblicare in monografie e riviste i risultati delle ricerche eseguite dagli associati. Un vasto campionario dell’immenso scenario aperto sulla città - erede di quella infinita Siponto che sta emergendo dalla polvere del tempo - cui lo svevo Manfredi e a seguire i D’Angiò diedero i natali.

Una fonte autorevole di problematiche ancora oggi all’attenzione pubblica, come i problemi di urbanistica discussi in un seminario tenutosi a fine Anni sessanta del ‘900: a distanza di oltre mezzo secolo il problema, che nel frattempo si è complicato per via di scelte non proprio… urbanistiche, è ancora alla ricerca di soluzioni; come la Toponomastica storica attraverso cui si ricostruiscono eventi storici che hanno dato nome alla località dove si sono verificati; come la presenza in città dei pubblici mulini all’epoca della Rivoluzione partenopea; come la storia emblematica di una famiglia spagnola presente a Manfredonia tra il XVII e XVIII secolo. E si potrebbe aggiungere tanto altro.

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