Sabato 06 Settembre 2025 | 21:03

Inchiesta «GrandApulia»: per la difesa tutti i reati sono prescritti

 
Redazione Foggia

Reporter:

Redazione Foggia

Inchiesta «GrandApulia»: per la difesa tutti i reati sono prescritti

Il giudice ha rinviato la decisione. Secondo l’accusa la società che ha realizzato il centro commerciale non avrebbe pagato 7 milioni di euro alla Regione

Venerdì 01 Dicembre 2023, 13:46

FOGGIA - La difesa chiede al giudice monocratico di dichiarare la nullità del decreto di rinvio a giudizio perché nel capo d’imputazione non sono indicate le condotte attribuite alle due società Finsud e Sfir, accusate di non aver pagato oltre 7 milioni di ecotassa regionale. Con questa eccezione sollevata dagli avv. Gianluca Ursitti e Renato Romagnoli per la “Finsud srl” dell’imprenditore foggiano Antonio Sarni; e dagli avv. Michele Santino e Andrea Ciani per la “Società fondiaria industriale romagnola” con sede a Cesena, è cominciato dopo i due rinvii di marzo e luglio, il processo alle due società coinvolte nell’inchiesta sulla costruzione del centro commerciale “GrandApulia” di borgo Incoronata, che l’accusa ritiene viziata da illeciti e irregolarità. Il giudice si è riservato la decisione alla prossima udienza; se accoglierà l’eccezione difensiva sulla nullità del decreto di rinvio a giudizio, rimanderà gli atti al gup e i tempi del processo si allungheranno ulteriormente; il pm Miriam Lapalorcia ha chiesto il rigetto dell’eccezione perché si tratta di mero errore materiale. Di fronte all’eventuale prosecuzione delle udienze pende un possibile ostacolo: per la difesa i reati sono già prescritti e va pronunciata sentenza in tal senso.

In attesa di giudizio ci sono la Finsud cui fa capo il centro commerciale, e la Sfir, proprietaria dell’ex zuccherificio che sorgeva nella stessa area dove fu costruito il “GrandApulia”, accusate di aver conseguito indebitamente un profitto di 7 milioni e 220 mila euro non pagando l’ecotassa regionale. La difesa replica che il reato non sussiste; e rimarca comunque che trattandosi di fatti datati 2014/2015 sono da tempo prescritti come già decretato per i 14 imputati “fisici” dell’inchiesta. Finsud e Sfir sono sotto processo in base al decreto legislativo 231/2001 che prevede la responsabilità di enti e società per illeciti amministrativi conseguenza di reati commessi da dirigenti e dipendenti, che prevede sanzioni pecuniarie e confische in caso di condanna. Il 9 gennaio 2023 il gup dichiarò prescritti i reati contestati ai 14 imputati e rinviò a giudizio unicamente le 2 società: le udienze del 30 marzo e 6 luglio davanti al giudice monocratico furono subito rinviate per problemi nelle notifiche.

Il processo in corso è ciò che resta dell’indagine sulla costruzione del “GrandApulia” inaugurato il 20 dicembre 2016. L’inchiesta della Procura contava inizialmente 16 imputati tra imprenditori, legali rappresentanti di una mezza dozzina di aziende e società, direttori dei lavori, dirigenti comunali, e le società Sfir e Finsud. Il pm contestava a vario titolo ai 16 imputati una dozzina di reati per fatti avvenuti tra 2009 e 2016: avvelenamento delle acque, disastro ambientale, lottizzazione abusiva a fini commerciali, gestione di rifiuti speciali non pericolosi, realizzazione di discarica abusiva, truffa alla Regione da 7 milioni e 200mila euro per il mancato pagamento dell’ecotassa, abuso d’ufficio, violazioni delle norme in materia edilizia per il mancato rispetto di vincoli paesaggistici e idrogeologici. Reati ormai prescritti, stabilì il gup, tra il 2017 e il 2022 e quindi prima ancora che l’udienza preliminare entrasse nel vivo. Per i difensori la prescrizione andava estesa anche a Finsud e Sfir; il gup fu di diverso avviso, mandando a processo le due società sul presupposto che abbiano conseguito indebitamente un profitto di 7 milioni e 220 mila euro non pagando l’ecotassa regionale.

L’inchiesta sulla costruzione del “GrandApulia” sfociò il 26 novembre 2016 nel sequestro del centro commerciale, disposto dal gip 5 giorni prima dell’inaugurazione della struttura che slittò al 20 dicembre quando alla Finsud fu concessa dal pm la facoltà d’uso. Per la Procura la bonifica dell’area dove sorgeva l’ex zuccherificio Sfir, e dove è stato poi costruito il centro commerciale, non era stata effettuata a norma di legge, con “pericolo potenziale per la salute pubblica”; e la realizzazione del “GrandApulia” era avvenuta grazie “a una imponente lottizzazione abusiva a fini edificatori-commerciali” sin dal 2010, eludendo vincoli paesaggistici, idrogeologici e ambientali esistenti sui terreni. La difesa replicava che demolizione parziale dell’ex zuccherificio e conseguente bonifica dell’area avvennero rispettando norme e senza mettere in pericolo la salute di chi lavorò nella zona; che il centro commerciale fu costruito nel rispetto del piano regolatore; e comunque i reati ipotizzati erano ormai prescritti, tesi quest’ultima accolta dal gup.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)