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Estorsione ad Alessandro Antonio Zito, parte il processo

 
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Il tribunale di Foggia

Dieci anni fa le minacce al presidente dell’antiracket da 4 esponenti del clan Sinesi-Francavilla

Giovedì 09 Novembre 2023, 14:05

FOGGIA - Inizierà il 7 marzo 2024 davanti ai giudici del Tribunale dauno il processo a 4 foggiani tra cui un esponente di primo piano della famiglia Francavilla, accusati a vario titolo di estorsione e tentata estorsione aggravati dalla mafiosità all’imprenditore Alessandro Antonio Zito per fatti che risalgono al 2012-2014. La parte offesa, socio unico della «Az ceramiche srl», è presidente della associazione antiracket ricostituita a gennaio 2022 e si è costituito parte civile con l’avv. Fabio Verile, come ha fatto anche la federazione antiracket e antiusura «Luigi e Aurelio Luciani» con l’avv. Andrea Petito.

Secondo l’accusa a Zito si tentò di imporre la fornitura di materiale edile; fu costretto a pagare mille euro mascherati da sponsorizzazione; e ad assumere una persona. I 4 imputati rinviati a giudizio dal gup di Bari Alfredo Ferraro che ha accolto la richiesta della Dda, sono Giuseppe Francavilla, 45 anni, volto noto alle cronache giudiziarie, a piede libero per questa vicenda ma di nuovo detenuto dal 30 novembre 2018 quando fu arrestato nel blitz «Decimazione» contro la mafia del pizzo (30 arresti), con successiva condanna a 12 anni per mafia e estorsione, per la quale pende il ricorso in Cassazione; i fratelli Alessandro e Valentino Aprile di 38 e 33 anni; e il padre Vincenzo Aprile di 60 anni, tutti imputati a piede libero. I 4 foggiani difesi dagli avv. Leonardo De Matthaeis e Alessandra Palazzo (Francavilla), Ettore Censano (i fratelli Aprile) e Gino Sauro (Vincenzo Aprile) si dichiarano innocenti.

Giuseppe Francavilla (cugino di Antonello e Emiliano al vertice del clan Sinesi/Francavilla cui lo stesso imputato è ritenuto affiliato con una posizione di rilievo) è accusato di tentata estorsione a Zito per fatti del 2014. Secondo la Dda, avrebbe costretto il titolare della «AZ ceramiche» a consegnarli materiale edile per un valore di 12mila euro a fronte del versamento di un acconto di mille euro; l’accusa inizialmente veniva contestata anche a un familiare di Francavilla, la cui posizione è stata poi archiviata. La Dda sostiene che il malavitoso a febbraio 2014 si presentò negli uffici di Zito ordinando materiale vario lasciando un acconto di mille euro; «successivamente l’imputato cercò ripetutamente di incontrare la parte offesa - recita il capo d’imputazione - e in un’occasione si presentò nell’ufficio chiedendo espressamente a Zito chi lo proteggesse». L’avv. De Matthaeis replica che non sussiste il reato: «il mio assistito versò un acconto per la fornitura di materiale edile senza poi riceverlo, non ci fu alcuna minaccia né tentativo di estorsione e il processo lo dimostrerà».

I fratelli Alessandro e Valentino Aprile sono accusati di estorsione perché nel 2013 avrebbero costretto Zito a versare in più occasioni somme dai 200 ai 300 euro per un totale di mille euro, «a titolo di sponsorizzazione per una squadra di calcio o di acquisto di bici da corsa per il padre Vincenzo, presentandosi in maniera insistente e rimarcando la propria vicinanza al clan Sinesi/Francavilla, per essere Valentino Aprile fidanzato con la figlia di Emiliano Francavilla», il capo-clan estraneo all’inchiesta. Alessandro Aprile e il padre Vincenzo infine sono accusati di estorsione perché nel 2012 avrebbero costretto l’imprenditore all’assunzione di un dipendente (estraneo alla vicenda) «presentandosi in maniera insistente e rimarcando la propria vicina al clan Sinesi/Francavilla», si legge nel capo d’imputazione con la Dda che contesta ai 4 foggiani l’aggravante di aver commesso il fatto in qualità di partecipe della Società»; e «mediante l’utilizzo della forza di intimidazione mafiosa».

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