Domenica 07 Settembre 2025 | 03:46

Foggia, sparatoria davanti al bar: «Rendine mi minacciava e ho sparato»

 
Redazione Foggia

Reporter:

Redazione Foggia

Foggia, sparatoria davanti al bar: «Rendine mi minacciava e ho sparato»

Convalidato il fermo dal gip dopo l’interrogatorio. Confermata la tesi dei futili motivi. Il ferito non è grave, guarirà in 15 giorni

Domenica 21 Maggio 2023, 14:22

FOGGIA - Angelo Rendine, muratore di 40 anni, avrebbe indicato un manifesto funerario a Cristian Tusiano, 43 anni, dicendogli che la prossima foto sul muro sarebbe stata la sua: potrebbe essere questo per quanto riferito da un testimone, il motivo del litigio tra i due foggiani cui ha fatto seguito poco dopo la gambizzazione di Rendine per mano di Tusiano, avvenuta la sera del 16 maggio in via Gioberti nei pressi di un bar. Il presunto feritore, arrestato dalla squadra mobile poche ore dopo l’aggressione, resta in carcere accusato di porto illegale della pistola (l’indagato non è coinvolto in droga e in casa non sono stati trovati stupefacenti come erroneamente riportato nell’edizione di ieri, ndr) che non è stata trovata e di lesioni: l’ha deciso il gip Michela Valente accogliendo la richiesta del pm Rosa Pensa; l’avv. Paolo Ferragonio chiedeva la concessione dei domiciliari, rimarcando la confessione resa dall’indagato nell’interrogatorio di convalida svoltosi venerdì mattina.

L’accusa poggia sul racconto di una mezza dozzina di persone interrogate dai poliziotti, che avrebbero peraltro riscontrato atteggiamenti reticenti di qualche teste; filmati registrati da telecamere e sistemi di videosorveglianza della zona; e adesso anche sulle ammissioni dell’indagato che al giudice ha confessato d’aver sparato, sostenendo però d’essere stato minacciato da Rendine. Questi, medicato in pronto soccorso per una ferita alla coscia sinistra giudicata guaribile in 15 giorni, ai poliziotti che l’hanno interrogato la mattina dopo il ferimento ha detto di non sapere chi avesse sparato e escluso d’aver litigato con qualcuno. Secondo l’accusa invece la gambizzazione è stata preceduta da un litigio tra indagato e parte offesa, forse originato dal riferimento al manifesto funerario da parte di Rendine. Per quanto sostengono pm e poliziotti, Tusiano dopo l’alterco con Rendine ha invitato un amico a raggiungerlo in un bar dove gli avrebbe riferito il motivo del litigio con la parte offesa, con cui peraltro pare che i rapporti fossero già tesi da qualche tempo; la serata è proseguita a casa di Tusiano, che poi ha chiesto al conoscente di accompagnarlo di nuovo al bar; e mentre l’amico si allontanava in auto, l’indagato - prosegue l’accusa - ha sparato a Rendine.

Nell’interrogatorio dal gip, Tusiano ha ammesso i fatti, pur fornendo una versione in parte diversa rispetto alla ricostruzione della Polizia. Il foggiano ha detto d’aver sparato un colpo perché poi la pistola s’è inceppata; sostenuto d’aver fatto fuoco perché sarebbe stato minacciato, aggiungendo d’aver agito sotto l’effetto di droga e alcool; e raccontato d’aver acquistato l’arma da uno sconosciuto, in seguito al litigio con Rendine nato per motivi banali.

Il giudice Valente ha ritenuto che solo la detenzione in carcere può evitare sia il rischio di inquinamento delle prove, sottolineando “la necessità di ulteriori accertamenti sull’accaduto vista la reticenza del ferito e di due testi che probabilmente per timore hanno negato di sapere circostanza a loro note”; sia il pericolo di ulteriori comportamenti aggressivi. Al riguardo il gip ha posto l’accento su questi aspetti: “l’indagato come da lui stesso sostenuto fa uso di alcol e cocaina che gli fanno perdere ogni freno inibitorio; il litigio è nato per motivi futili come detto dall’indagato, il che comprova un’indole incapace di contenere i propri impulsi, che ha vendicato una mera minaccia verbale ricorrendo a un’arma da fuoco; Tusiano sostiene d’essere riuscito a comprare a tarda ora una pistola da uno sconosciuto, il che denota contatti fiduciari con la malavita; il mancato ritrovamento della pistola fa legittimamente ritenere che sia ancora nella disponibilità dell’indagato, quindi pronta a essere utilizzata nell’eventualità di ulteriori regolamenti di conti; infine l’indiziato è gravato da precedenti per droga e armi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)