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Cerignola, palazzo Carmelo cede ancora: terzo crollo in tre mesi

 
Gennaro Balzano

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Gennaro Balzano

Cerignola, palazzo Carmelo cede ancora: terzo crollo in tre mesi

La sede storica del Comune in pezzi nella zona del cantiere per la ristrutturazione. Esposti alla Procura mentre il sindaco Bonito convoca la ditta appaltatrice

Domenica 23 Aprile 2023, 12:56

CERIGNOLA - Nuovo crollo a Palazzo Carmelo nel pomeriggio di venerdì. Questa volta a essere interessata dal cedimento è una delle volte nella porzione dove sono in corso i lavori di ristrutturazione dell’immobile.

«Abbiamo avuto notizia di un cedimento di una porzione di tetto di Palazzo Carmelo – commenta il sindaco Francesco Bonito -, questa volta nell’ala oggetto di lavori e quindi cantierizzata. I vigili del fuoco e i tecnici comunali hanno escluso danni alle abitazioni vicine. Con l’assessore Maria Dibisceglia ci siamo recati sul posto per verificare lo stato dei luoghi ed eventuali necessità dei residenti. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione. Nel frattempo, ho convocato la ditta esecutrice dei lavori per ottenere ulteriori chiarimenti».

Si tratta di un nuovo episodio dopo il cedimento delle volte nel pomeriggio del 10 febbraio scorso e il crollo, la notte successiva, di una porzione consistente su via Vittorio Veneto, volte, mura e facciata. Proprio a seguito di questo un pezzo consistente di Palazzo Carmelo è risultato compromesso, coinvolgendo anche parte dei locali attigui alla Chiesa del Carmine. A metà marzo scorso un consiglio straordinario per parlare della situazione dell’immobile. Nulla faceva prevedere un nuovo episodio, anche se, proprio durante il dibattito era venuta fuori qualche novità: su un volume edito, “Edifici esistenti in muratura sicurezza e conservazione di Palazzo Carmelo a Cerignola”, del 2022, curato da Mauro Mezzina e Giuseppina Uva, è riportata la perizia fatta il 26 giugno 2021. Gli autori sostanzialmente affermano che nell’arco di due anni quel palazzo sarebbe crollato.

Oltre le rassicurazioni dei tecnici, oggi si assiste a un nuovo episodio, che potrà anche rimanere sporadico, ma sollecita il dibattito. Fratelli d’Italia bolla il tutto come «cosa di una gravità assoluta. Nessuno provi a minimizzare. Perché, per i crolli di febbraio abbiamo pagato noi cittadini una messa in sicurezza postuma di quasi 500mila euro. Nessuna inchiesta è stata mai disposta neppure dalla Procura, malgrado il nostro esposto. Siamo increduli e sbigottiti» dicono i meloniani. A fargli eco il consigliere d’opposizione Tommaso Sgarro: «Anche stavolta la responsabilità non è di nessuno e se ne parli sei uno sciacallo?», si chiede. «Si tratterà sempre di fatalità, delle piogge? Oltre la megalomania di alcune dichiarazioni dell’amministrazione, di fatto è tutto fermo e la situazione appare tutt’altro che sotto controllo. C’è la realtà di un bene storico che sta cadendo a pezzi, la cui messa in sicurezza dopo i crolli costerà alla cittadinanza uno sproposito, e il cui recupero appare ogni giorno più difficoltoso».

Nella mattinata di sabato ulteriori rilevazioni e un’ordinanza temporanea che ordina lo sgombero dei locali adiacenti fino alle ore 18. Le ragioni starebbero nello «stato di instabilità di alcuni setti murari, nonché la situazione di instabilità venutasi a determinare su alcune volte e, non potendo escludere l’interessamento, anche per possibile effetto domino, di altri elementi murari» si è reso necessario lo sgombero temporaneo.

Adesso ci sarà da capire come mai un palazzo storico cada a pezzi senza che si provi ad arginare il fenomeno. Informalmente, invece, si apprende che da Palazzo di Città, già da lunedì, prenderanno avvio le interlocuzioni con la Soprintendenza per accelerare gli interventi sulle volte.

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