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Foggia, il boss Mario Lanza libero dopo 12 anni

 
Redazione Foggia

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Foggia, il boss Mario Lanza libero dopo 12 anni

Fu arrestato in flagranza nel 2010 per tentato furto in un “compra-oro” seguirono poi 5 arresti in altrettanti blitz con assoluzioni e condanne

Giovedì 23 Marzo 2023, 12:42

FOGGIA - Mario Lanza, foggiano di 41 anni, mafioso di primo piano del clan Sinesi/Francavilla anche per via delle parentele acquisite, è di nuovo un uomo libero dopo 12 anni e 3 mesi trascorsi in cella e/o rinchiuso tra le mura di casa; all’arresto in flagranza del 14 dicembre 2010 per tentato furto in un “compra-oro” seguirono infatti 5 arresti per il coinvolgimento in altrettanti blitz con assoluzioni e condanne. Martedì pomeriggio si è lasciato alle spalle il carcere di Teramo. A fine gennaio al malavitoso erano stati revocati dalla corte d’appello di Bari gli arresti domiciliari con conseguente ritorno in carcere per 8 telecamere che aveva fatto installare davanti all’abitazione, che gli avrebbero consentito di verificare in anticipo l’arrivo di eventuali controlli delle forze dell’ordine. Nelle scorse ore ancora la corte d’appello ha disposto la scarcerazione per fine pena.

Mario Lanza, cognato dei capi clan Antonello e Emiliano Francavilla per averne sposato la sorella Dina, ha infatti espiato la condanna a 7 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dalla mafiosità inflitta nel processo “Rodolfo”: impose a un imprenditore del settore agro-alimentare l’assunzione della coniuge in un’azienda del gruppo, il che consentì alla donna di intascare per 8 anni lo stipendio senza andare al lavoro. La terza sezione della corte d’appello di Bari ha ora accolto l’istanza dell’avvocato Francesco Santangelo e scarcerato il foggiano. L’imputato - ha detto il legale - fu arrestato nel blitz Rodolfo del 4 aprile 2016, quando l’ordinanza cautelare del gip di Bari chiesta dalla Dda gli fu notificata in cella perché già detenuto per mafia nel processo Corona: da allora sono trascorsi quasi 7 anni, e Lanza ha ampiamente scontato la condanna perché nel computo della condanna a 7 anni e mezzo vanno conteggiati i 3 mesi di detenzione da detrarre per ogni anno di carcerazione per la buona condotta. Sino a fine gennaio Mario Lanza, come accennato, era detenuto ai domiciliari per il processo Rodolfo. La corte d’appello di Bari li aveva però revocati disponendo il ritorno in carcere perché le forze dell’ordine notarono nell’abitazione del mafioso un sistema di videosorveglianza con 8 telecamere che poteva consentire al detenuto sia di eludere controlli della polizia sia di comunicare attraverso i gesti con persone all’esterno.

La Corte di Cassazione il 17 febbraio si era pronunciata sui ricorsi di Mario Lanza, della moglie Dina e del cognato Antonello Francavilla contro le condanne inflitte dalla corte d’appello di Bari il 2 giugno 2021 per estorsione aggravata dalla mafiosità nel processo Rodolfo. L’inchiesta di Dda, squadra mobile e Guardia di Finanza, sfociata in 10 arresti nel blitz del 4 aprile 2016, conta 12 imputati: 2 assolti e 10 condannati. La Suprema Corte aveva rigettato le richieste difensive di assoluzione o di un nuovo processo d’appello e quindi confermato che Lanza, la coniuge e il cognato sono colpevoli, ma aveva anche rivisto le pene.

In particolare per Mario Lanza la Cassazione aveva annullato senza rinvio la sentenza di secondo grado limitatamente all’aumento di pena inflitta per la continuazione interna ed eliminato l’aggravante delle più persone riunite. Tradotto in soldoni significa che la condanna a 9 anni e 10 mesi inflitta in appello a Lanza era stata annullata, era quindi tornata valida quella a 7 anni e 6 mesi comminata al foggiano dal Tribunale di Foggia in primo grado il 4 dicembre 2019. Lanza ha quindi espiato la pena, ha sostenuto l’avv. Santangelo nell’istanza di scarcerazione.

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