LUCERA - Lucera le «vie del Signore» tengono le impronte di Massimo Troisi. I settant’anni dalla nascita della melanconica stella della comicità, svanita troppo presto, risvegliano la coscienza di coloro che, nella primavera del 1987, sono testimoni delle riprese del quarto film da regista dell’artista di San Giorgio a Cremano. «Quell’opera rifletteva la luce di una città nel suo massimo splendore» commenta l’ex onorevole Vincenzo Bizzarri, che all’epoca del set de Le vie del Signore sono finite è il segretario del Circolo Unione, trasformato nel Bar Marroni del film, dove si gira la scena in cui Vittoria, alias Jo Champa ai tempi compagna di Troisi, entra con la sua amica Anita (Carola Stagnano) per incontrare Camillo (Troisi) e il suo amico Orlando, interpretato da Massimo Bonetti. «Nel momento in cui le due ragazze approdavano nella buvette, noi attaccavamo a suonare la canzone a ritmo di tango Creola, che si adattava al clima anni Venti della sceneggiatura. Rammento che io fui ricercato dalla produzione a Lucera perché ero e sono ancora un musicista. La scena in cui guidavo un complessino di 4 elementi, suonando il pianoforte, ricordo che Troisi ce la fece ripetere più volte, sia per la sua perizia che per il fatto che la camminata rallentata del cameriere indirizzato verso di me con un caffè era comicamente distraente» ricorda oggi Pasquale Ieluzzi, direttore della Corale «Santa Cecilia-Don Edoardo Giovine». La sua annotazione al film, ne ricalca l’ambientazione fascista ideata da Troisi con Anna Pavignano, sino a fruttare un Nastro d’Argento per la sceneggiatura.
La satira verso il movimento mussoliniano costa caro al protagonista del lungometraggio, che viene picchiato e imprigionato dalle camicie nere a causa di una sua battuta, come ricorda nel Circolo Unione, di cui è stato presidente per venticinque anni, l’ex onorevole di Alleanza Nazionale Bizzarri: «Da quando c’è lui... treni in orario, e tutto in ordine! Per fare arrivare i treni in orario, però, se vogliamo, mica c’era bisogno di farlo capo del governo: bastava farlo capostazione... ». Perché Troisi sceglie Lucera come il paesino del centro-sud di Acquasalubre del film? Per piazza Duomo, centro delle riprese, «che soddisfa l’austerità e la bellezza che cercavamo» dichiara in un’intervista sul set l’attore e regista napoletano. Dello storico agorà di Lucera, che oggi conserva la memoria del film con una targa celebrativa, «Troisi ne rimase folgorato, unitamente all’intero centro storico, tanto da esprimere, a fine riprese, il suo desiderio di girare a Lucera un film al mese» dichiara Costantino Catapano, all’epoca entrato nelle grazie della produzione come aiutante fotografo. La sua anticamera «di quella macchina meravigliosa del cinema», è costituita dagli studi di scenografia fatti all’accademia di belle arti. Oggi Catapano ha 72 anni ed è al 43° anno di attività. Il suo studio è un piccolo museo del film Le vie del signore sono finite, di cui conserva orgoglioso gli scatti fatti durante le riprese e tutta la gente, «su un oceano di trecento comparse che venivano provinate al vecchio Bar De Chiara, adibito a quartier generale del film e dove io venni assoldato» evidenzia Catapano dal suo esercizio di Via D’Angiò. Altro luogo-chiave tra le «vie del Signore finite» di Troisi. Infatti a fianco del fotografo c’è oggi il fioraio Mastrangelo, all’epoca del film Casamassima, quando viene trasformato nella latteria in cui Camillo (Troisi) piomba per avvisare suo fratello Leone (Marco Messeri) per dirgli di aver appena ricevuto un miracolo perché alzatosi in piedi dalla sedia a rotelle sulla quale si fingeva disabile in reazione alle difficoltà sentimentali con una francesina di cui contende l’amore a un vero paralitico, da lui conosciuto a Lourdes. «Quella fu una scena epica - ricorda Catapano - perché fu girata di notte verso le 3, con Troisi accompagnato di corsa da un gruppo di persone festanti per la (finta) grazia ottenuta. Mi rimase impressa la gioia di tanti bambini che fecero le comparse». Tra queste i due figli dell’ex parlamentare Bizzarri, il quale evidenzia «il discreto guadagno ottenuto per molti lucerini scritturati nel cast».
Le vie del Signore sono finite è il sesto film italiano del biennio 1987-1988 per incasso ottenuto, pari a quasi 10 miliardi delle vecchie lire. Un contributo viene anche da Lucera, che riempie con emozione il vecchio cinema «Roma» a Porta Troia. A distanza di 36 anni dal set indimenticato, il Cineteatro dell’Opera, dal 3 al 6 marzo, proietterà Laggiù qualcuno mi ama, il film in cui il regista Mario Martone incontra il Troisi regista. Per Lucera è l’occasione di riaprire una pagina bella della sua storia.