Un uomo iperteso di 54 anni con sindrome dismetabolica, una donna di 38 anni sottoposta a diversi interventi di stabilizzazione alla colonna vertebrale e un uomo di 33 anni con steatoepatite severa sono stati i primi 3 pazienti obesi sottoposti all’intervento di gastroplastica verticale endoscopica (GVE, anche nota come endoscopic sleeve gastroplasty, ESG) eseguita nell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Si tratta di una procedura innovativa, minimamente invasiva, ideata per far perdere peso a pazienti obesi opportunamente selezionati che hanno fallito precedenti trattamenti medici e dietetici.
L’obesità, riconosciuta dall’OMS come malattia sin dal 1936, è un fattore di rischio per altre patologie quali diabete, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, apnee notturne, epatopatie dismetaboliche, malattie articolari e persino alcuni tipi di cancro (mammella, colon, prostata, ecc.), per cui perdere peso è di fondamentale importanza. Secondo i dati pubblicati dall’International Obesity Task Force, in Italia la percentuale di soggetti in sovrappeso è di circa il 35%.
Nonostante l'urgenza del problema, però, i pazienti italiani sottoposti ogni anno ad intervento chirurgico bariatrico sono meno dell’1% del totale. La gastroplastica verticale endoscopica (GVE) rappresenta un'opzione terapeutica mini-invasiva sicura ed efficace che integra le possibilità della chirurgia bariatrica e talvolta ne costituisce un’alternativa. La procedura utilizza un gastroscopio ed una suturatrice endoscopica in grado di plicare con suture a tutto spessore le pareti dello stomaco riducendone il volume in modo analogo alla procedura chirurgica ma senza resezioni irreversibili e senza complicanze significative.
«Sono candidabili alla procedura endoscopica i pazienti con IMC (indice di massa corporea) tra 30 e 40, che non vogliono o che non possono, per età e comorbidità, sottoporsi a procedure chirurgiche, o pazienti con IMC maggiore di 40, come ponte alla chirurgia – spiega Francesco Perri, direttore dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Casa Sollievo della Sofferenza - Per la valutazione dei pazienti, che ci vengono inviati anche dai colleghi di altri ospedali, sono necessari esami clinici e strumentali preliminari. L’idoneità all’intervento endoscopico resta comunque una prerogativa del team multidisciplinare».