Cerignola - La sentenza sull’incandidabilità dell’ex sindaco Franco Metta ha tutte le caratteristiche di un vero e proprio terremoto politico, soprattutto perché arriva a ridosso della campagna elettorale e nel momento in cui, da destra a sinistra, sono in piedi trattative per la formazione di coalizioni, liste e schieramenti.
Per la Corte d’appello di Bari «è evidente come la cattiva gestione del Comune di Cerignola si sia in concreto oggettivata in una ripetuta e intenzionale protezione, da parte dell’ex Amministrazione Metta, degli interessi economici di una famiglia legata alla criminalità locale» e per tale ragione ha decretato un turno di stop per l’ex primo cittadino, mentre, al contrario, ha dato via libera alla candidatura dell’ex assessore all’urbanistica Tommaso Bufano.
«La decisione della Corte di appello di Bari non lascia più spazio ad interpretazioni personali. La sentenza di incandidabilità per Metta è l’ennesima conferma che negli anni della sua amministrazione c’è stata una condotta ritenuta illecita», commenta il Partito democratico di Cerignola. «Candidarsi in questo clima e con una possibile sentenza di terzo grado che vorrebbe dire nuovamente il commissariamento della nostra città a mandato in corso, non sarebbe troppo?»
Quindi l’appello: «Chiediamo alle forze che lo sorreggono di meditare bene, perché vorrà dire assumersi tutte le responsabilità del caso. Auspichiamo almeno in questa circostanza sia adottato buon senso ed amore per la nostra Cerignola, conclude il Pd.
Per Gianvito Casarella di Fratelli d’Italia bisogna voltare pagina: «Una sentenza, dopo quella del Tar dello scorso novembre, che cristallizza una volta di più la triste situazione in cui Cerignola è sprofondata».
Sulla stessa lunghezza d’onda Azione: «Auspichiamo che l’area civica che sostiene l’ex sindaco ponga una questione politica e morale e pensi di candidare un’altra persona e non proprio lui, che con calma potrà affrontare serenamente i giudizi a suo carico. Al netto del ricorso che chiaramente Metta presenterà ai limiti del tempo massimo, in modo da “allungare” i tempi della nuova sentenza, rimane al centro una città ancora una volta offesa, nel merito delle cose».
Di tenore opposto la compagine cicognina: «Nulla potrà cancellare quello che abbiamo fatto per la nostra città. Con passione, amore e dedizione abbiamo cambiato il volto di Cerignola e vogliamo ritornare a settembre per continuare il percorso intrapreso nel 2015. Vogliamo essere giudicati dai cerignolani e non dai soliti giochetti politica - magistratura, in grado di ribaltare una sentenza di primo grado granitica in soli 20 giorni. Che strano, a Bari sono velocissimi, dei maratoneti. Vediamo a Roma adesso. Nella speranza che non ci siamo ex colleghi molto interessati a questa sentenza», commenta Carlo Dercole, ex assessore alla sport della giunta Metta. Per Franco Metta «se la Cassazione non mi darà torto nel 2026 non potrò candidarmi. E chi se ne infischia? Occorre pensare ad oggi».