Ammette di aver ricevuto una quota della tangente; si dimette da consigliere comunale; e torna libero dopo 34 giorni ai domiciliari Bruno Longo foggiano di 65 anni, esponente di Fratelli d’Italia. Ora l’avvocato difensore Giulio Treggiari potrebbe concordare con la Procura un patteggiamento al di sotto dei due anni per beneficiare della sospensione condizionale della pena. Bruno Longo fu arrestato il 10 febbraio scorso su ordinanza dello stesso gip Domenico Zeno che ieri mattina ha revocato il provvedimento, nell’ambito dell’inchiesta «Nuvola d’oro» di Procura foggiana e Guardia di Finanza di Bari: è accusato di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità.
Prima di lui erano tornati liberi i tre coindagati: Antonio Parente , 63 anni, all’epoca dei fatti dipendente del Comune di Foggia (è andato in pensione lo scorso primo marzo), addetto al servizio informatico, rimesso in libertà l’8 marzo; l’imprenditore foggiano del settore informatico Luigi Panniello, 56 anni, tornato libero il 12 marzo con obbligo di firma due volte alla settimana alla caserma della Gdf; e il medico in pensione Antonio Apicella, 71 anni, cui 48 ore fa il giudice nel revocare i domiciliari ha imposto lo stesso obbligo di firma. Le rimessioni in libertà hanno seguito le ammissioni fatte dagli indagati.
L’accusa contesta ai 4 indiziati di aver indotto il legale rappresentante della «New tec srl» - ditta molisana che opera nel settore dei servizi connessi alle tecnologie informatiche - a pagare 35mila euro in più tranche tra il 2018 e il 2019. L’imprenditore molisano nel 2017 vinse l’appalto annuale con il Comune di Foggia per il servizio di archiviazione informatica dei dati, servizio garantito in proroga per ulteriori 18 mesi ed è la proroga al centro dell’inchiesta: le tangenti versate dovevano servire a sbloccare il pagamento da parte dell’ente locale delle tre fatture semestrali inoltrate dalla ditta molisana, di 60mila euro ciascuna.
Se Parente e Apicella a inizio marzo hanno chiesto d’essere interrogati dal pm Anna Landi per ammettere il proprio coinvolgimento, Panniello prima e Bruno Longo adesso hanno depositato memorie difensive. Bruno Longo avrebbe detto di non essersi mai occupato della vicenda, al contrario di quanto sostiene l’accusa che definisce il suo ruolo decisivo (vedi articolo a fianco ndr); ma ammesso che il dottor Apicella, definito dal gip «faccendiere locale», che era un suo elettore in occasione delle campagne elettorali, gli aveva dato dei soldi, indicando la provenienza di quel denaro. Sulla scorta di questa ammissione e della decisione di Longo di dimettersi da consigliere comunale (il prefetto lo aveva sospeso in occasione dell’arresto del 10 febbraio), l’avv. Giulio Treggiari ha chiesto la rimessione in libertà dell’indagato. E il gip è stato d’accordo: «Acquisito il parere favorevole del pm» ha scritto il giudice «e rilevato che Longo ha dato le dimissioni irrevocabili presso il Comune per cui, cessando dalla carica non vi è più concreta possibilità di commettere altri reati, viene revocata la misura degli arresti domiciliari».
A questo punto le ammissioni fatte nelle ultime settimane dai 4 arrestati del blitz «Nuvola d’oro», sia pure con alcuni distinguo, aprono la porta a possibili patteggiamenti tra difensori e Procura con pene al di sotto dei due anni; proposte che andrebbero poi valutate dal gup cui spetterebbe l’ultima parola.