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Cerignola, arriva sul mercato la «salsa» prodotta nel ghetto

 
Redazione Foggia

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Cerignola, arriva sul mercato la «salsa» prodotta nel ghetto

Salsa Bakhita, le coltivazioni nel centro S.Giuseppina

Venerdì 27 Novembre 2020, 12:56

Incontro per la presentazione di «Salsa Bakhita», la passata di pomodoro  ottenuta da pomodori coltivati sui terreni del centro «Santa Giuseppina Bakhita», gestito dalla Caritas diocesana e situato in contrada «Tre Tioli» più noto come «ghetto Ghana» nelle campagne di Cerignola. L’attività è stata realizzata in collaborazione con la cooperativa sociale «Pietra di scarto» di Cerignola, da sempre in prima linea nell’azione di lotta al caporalato sul territorio. La cooperativa nello specifico si è occupata della gestione agricola, caratterizzata dall’assunzione regolare di persone provenienti da percorsi di giustizia e situazioni di fragilità, come nel caso di Justice e Bernice, marito e moglie, che si sono occupati della conduzione del campo, dalla piantumazione alla raccolta.

«È stata un’esperienza intensa» afferma Pietro Fragasso che della «Pietra di scarto» è il presidente «proprio come immaginavamo. Quando abbiamo deciso di coltivare pomodori a “Tre Titoli” sapevamo di doverci confrontare con delle costanti contraddizioni, come vedere i nostri lavoratori tutelati e coccolati, mentre attorno a noi si manifestava la negazione della dignità delle persone. Tuttavia ha avuto un senso, per quanto complesso, raccontare la lotta allo sfruttamento in un luogo che di sfruttamento è alimentato, soprattutto a causa di una filiera produttiva ed economica malata».

«Questo prodotto» dichiara don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana «per noi rappresenta il riscatto di uomini e donne finalmente libere dallo sfruttamento e protagoniste di un lavoro dignitoso». Alla presentazione, oltre a don Pasquale Cotugno e Pietro Fragasso, hanno partecipato anche mons. Luigi Renna, vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano; Antonio Palieri, responsabile del centro «Santa Giuseppina Bakhita»; e Stefano Campese, coordinatore del progetto Sipla. 

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