Sabato 06 Settembre 2025 | 14:24

Sulla Capitanata la pioggia di 8 mesi: pomodori compromessi, agricoltori stremati

 
massimo levantaci

Reporter:

massimo levantaci

Sulla Capitanata la pioggia di 8 mesi

Alto Tavoliere disperato. La Provincia: «Stato di emergenza»

Sabato 08 Agosto 2020, 11:03

L’indice pluviometrico della stazione di Ripalta, sulla costa Adriatica a Nord della Capitanata lungo il confine con il Molise, segnala 195 millimetri di pioggia nella zona in meno di ventiquattr’ore. Sull’alto Tavoliere è caduta tanta di quell’acqua che normalmente la provincia di Foggia riesce ad accumulare in otto mesi. Gli strumenti calcolano il dato sull’intera giornata, ma la bomba d’acqua - riferiscono gli agricoltori - è venuta giù a intervalli in poco meno di 10-12 ore, dalle ore 22 di mercoledì 5 agosto alla mattina del 6 agosto quando si è abbattuta la furia più distruttiva per le campagne e i raccolti. Alcuni fondi sono stati devastati dalla furia del fango e dei detriti, ma lo si riesce al momento solo a intuire poichè le strade interpoderali non esistono più e diversi agricoltori non possono raggiungere i propri appezzamenti per evitare che i trattori affondino nel terreno ancora melmoso.

Fra Serracapriola, Chieuti e ancor più nell’interno a San Paolo di Civitate, Poggio Imperiale lo scenario è desolante, difficile oggi fare la conta dei danni comunque pesantissimi. Il pomodoro sembra ormai irrecuperabile, intere distese di «oro rosso» galleggiano nei campi fra Apricena, San Severo, Lesina, Poggio Imperiale. E c’è ora in agguato la virosi, le malattie funginee tipiche in situazioni di estrema umidità. Curioso constatare come appena una settimana fa l’Anicav avesse monitorato un aumento di prodotto maggiore nei campi pari all’1,9% rispetto alle stime programmate.

L’alto Tavoliere questa volta ha pagato il prezzo più salato alla tropicalizzazione del clima sempre più frequente, centinaia di migliaia di ettari di danni alle aziende agricole e ad un’economia che in questo periodo in Capitanata si mantiene soltanto con gli introiti di questa importantissima coltivazione che da sola vale circa 200 milioni di euro di fatturato agricolo. Gli agricoltori attendono di fare la conta che sarà pesantissima, tutti invocano il ricorso al riconoscimento della calamità naturale da parte dello Stato che quasi certamente ci sarà: ma con quale ristoro considerando che la coltivazione è assicurabile?

La beffa è atroce per le aziende agricole che avevano cominciato la raccolta in campo del prodotto ormai giunto a maturazione nel 50% delle campagne. «Un’estate disastrosa per la nostra agricoltura», non ha dubbi la Cia Agricoltori di Foggia tenuto conto del conto economico già in ribasso sul grano duro (circa 2 milioni di quintali in meno raccolti, si stimano) e dei problemi legati alla siccità e alle gelate dell’inverno scorso.

«Un’estate da dimenticare per l’agricoltura di Capitanata» anche per la Coldiretti. «Sbalzi che mettono a rischio la stessa stabilità idrogeologica di ampie aree della Capitanata e del Gargano, l’andamento climatico impazzito si abbatte su un territorio fragile caratterizzato dal 78% dei comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni, di cui il 35% ricadono proprio in provincia di Foggia», ricorda Savino Muraglia presidente regionale.

Il presidente della Provincia, Nicola Gatta (agricoltore prestato alla politica) chiede lo «stato di emergenza» per la Capitanata ed informa di aver attivato gli uffici per una prima stima dei danni al patrimonio viario provinciale. «In stretto raccordo con la Prefettura di Foggia, sono state messe in campo azioni mirate, con l’utilizzo di mezzi e uomini, per ripristinare le condizioni di sicurezza sulla viabilità provinciale invasa da detriti e materiali vari trascinati dalla furia degli agenti atmosferici».
Organizzazioni agricole mobilitate, la Cia ha invitato la «Regione Puglia a verificare, anche attraverso le segnalazioni dei Comuni colpiti, la possibilità di proclamare lo stato di calamità naturale per attivare risorse aggiuntive in favore degli agricoltori che hanno perso il raccolto».

Confagricoltura informa di aver attivato gli uffici provinciali e le delegazioni sul territorio: «La calamità va riconosciuta, ma insisto sulla necessità di assicurare i terreni», dice il direttore Giuseppe Campanaro. «Fenomeni sempre più spaventosi - osserva Giuseppe De Filippo, presidente del Consorzio di bonifica della Capitanata - la violenza del clima colpisce ormai in estate e in inverno». Nella zona dell’alluvione la temperatura è scesa a 24 gradi, prende fiato solo la diga di Occhito sottoposta a uno stress di prelievi notevole di questi tempi, circa 1 milioni di metri cubi al giorno fra irriguo e potabile: «Quest’acqua non riempie la diga - aggiunge il presidente - in compenso ne esce molta di meno perchè ovviamente non c’è motivo di irrigare i campi. Magra consolazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)