Sabato 06 Settembre 2025 | 21:19

Droga, racket e riciclaggi: ecco la mafia degli affari del Foggiano

 
redazione foggia

Reporter:

redazione foggia

Droga, racket e riciclaggi ecco la mafia degli affari del Foggiano

In Puglia la provincia di Foggia è quella in cui ancora una volta il fenomeno ha manifestato le forme più acute di violenza

Sabato 18 Luglio 2020, 10:19

«In Puglia la provincia di Foggia è risultata quella in cui, ancora una volta, il fenomeno mafioso ha manifestato le forme più acute di violenza e aggressività». Lo scrive la Direzione investigativa antimafia nella relazione al Parlamento sulla situazione della quarta mafia (Società foggiana, mafia garganica e cerignolana) nel secondo semestre del 2019, individuando 25 clan operativi su tutto il territorio. «La recrudescenza delle attività criminali e del racket estorsivo, registrata in tutto il 2019 e culminata a dicembre in una serie di gravi atti intimidatori (continuati anche nelle prime settimane del 2020), ha comportato reazioni di forze di polizia, organi giudiziari e amministrativi, un potenziamento del controllo del territorio con l’invio di contingenti straordinari di personale e l’attivazione della Dia a Foggia inaugurata il 15 febbraio 2020. La Puglia è la regione dopo la Sicilia in cui è pre sente il maggior numero di articolazioni della Dia».

«Sul piano generale, quello dauno» si legge nelle 25 pagine dedicate al Foggiano «è un ambiente criminale complesso, in cui una più evoluta mafia degli affari va a coniugarsi con il familismo tipico dei clan foggiani, dove è evidente l’incapacità di darsi una configurazione gerarchica condivisa (con qualche eccezione per la mafia cerignolana) e con la propensione (mutuata dal mondo gro-pastorale e dalla camorra cutoliana) a garantire, con particolare efferatezza, il rispetto delle regole nei rapporti interni tra le diverse organizzazioni criminali. Non si esclude, pertanto, che la più intensa aggressività dimostrata nel secondo semestre 2019 si possa ricondurre proprio all’esigenza di ristabilire gli equilibri di forza da parte di quei gruppi maggiormente destabilizzati, sia sul piano operativo che decisionale, dai numerosi arresti e dalle violente faide interne che ne hanno decimato gli organici, i cui vuoti, peraltro, sono stati costantemente risanati dalle giovani leve. Un fenomeno di tutto il territorio foggiano riguarda la necessità, provocata da arresti e decimazione degli organici, di reperire la manovalanza tra i giovanissimi, ormai regolarmente impiegati dalle consorterie nel racket e nelle rapine».

La Dia invita a «non sottovalutare le potenzialità di questa realtà criminale, connotata da una spiccata vocazione imprenditoriale, in cui restano chiari i segnali di strategie delittuose di più ampio respiro e con una tendenza anche ad operare fuori regione, specie per il traffico degli stupefacenti e per il riciclaggio di capitali. La gran parte dei blitz del secondo semestre 2019 confermano come tutta la criminalità organizzata foggiana si stia proiettando verso tutte quelle attività funzionali al riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti, anche attraverso intestazioni fittizi specie nei settori dell’agro-alimentare, del turistico-alberghiero e della pesca».

Inoltre «dagli elementi posti a fondamento dello scioglimento per mafia dei consigli comunali di Cerignola e Manfredonia è emersa una significativa ingerenza nella gestione della “cosa pubblica”, essendo state create in entrambi i casi complesse reti relazionali “di amicizie, frequentazioni e cointeressenze tra amministratori comunali, dipendenti dell’ente locale e soggetti appartenenti o contigui a famiglie malavitose”, le quali grazie a tali rapporti “hanno beneficiato di favori nell’acquisizione di pubbliche commesse, negli affidamenti del patrimonio comunale o nell’esercizio di attività commerciali”».

«In materia di riciclaggio appare significativo il legame tra il Gargano e la ‘ndrangheta emerso nell’ambito dell’operazione “Rinascita Scott” del dicembre 2019 di carabinieri e Dda di Catanzaro. L’indagine per la parte relativa al territorio pugliese, ha ricostruito una complessa operazione finanziaria di persone legate alla cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), che miravano all’acquisto di una prestigiosa struttura alberghiera di San Giovanni Rotondo: dopo il fallimento dell’impresa, gli stessi titolari, attraverso una società fiduciaria sita nel Principato del Liechtenstein, ne avrebbero riacquistato la disponibilità utilizzando i finanziamenti messi a disposizione dall’organizzazione calabrese».

Il «caso Foggia» dall’agosto 2017 (la strage di San Marco in Lamis con 4 morti, tra cui tre persone estranee a dinamiche criminali, nella guerra tra clan garganici) è da anni al centro delle attenzione nazionale. «L’invio de 94 rinforzi a gennaio scorso e la nascita della Dia a Foggia - come ha detto il ministro dell’Interno Lamorgese - “confermano la volontà dello Stato di contrastare con la massima determinazione ogni forma di criminalità, rafforzando le strutture destinate all’attività di prevenzione e repressione, e nel contempo di garantire il capillare controllo del territorio”. La risposta istituzionale si è concretizzata, oltre che in un capillare controllo del territorio e nelle attività info-investigative (con i proficui risultati conseguiti da magistratura e Forze di Polizia), in un’efficace applicazione della disciplina del codice antimafia, in particolare in materia di interdittive, nonché in significativi interventi sulle attività degli enti locali (sciolti i consigli comunali di Manfredonia e Cerignola). Ciò ha indotto le consorterie mafiose, quasi tutte private degli elementi di vertice e fortemente destabilizzate sia sul piano operativo che decisionale, a creare nuove alleanze o rinvigorire quelle già esistenti, rafforzando i legami tra i gruppi delle diverse macro-aree (capoluogo di provincia, Gargano, alto e basso Tavoliere). Per tali ragioni il quadro criminale della provincia risulta particolarmente complesso e instabile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)