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Prestarono 15mila euro a imprenditrice, ne volevano indietro 35mila: 4 foggiani arrestati

 
Redazione online

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San Severo, blitz dei cc: arresti per usura ai danni di un imprenditore, perquisizioni per armi e droga

Blitz dei carabinieri all'alba a San Severo: eseguite anche perquisizioni nel quartiere 'Texas', dove c'è stata qualche giorno fa la festa non autorizzata con i fuochi d'artificio

Martedì 26 Maggio 2020, 08:03

12:13

SAN SEVERO - Sono accusati di aver preteso da una imprenditrice edile, con minacce, la restituzione di 35mila euro a fronte di un prestito iniziale di 15mila: quattro foggiani sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri. Rispondono a vario titolo dei reati di usura e tentata estorsione.

In carcere sono finiti Angelo Bonsanto, 31 anni, che era tra i 72 evasi dal carcere di Foggia durante le proteste del 9 marzo scorso; Luigi Di Palma, 42 anni e Angelo Falcone di 33; agli arresti domiciliari Concetta D’Antuoni, 36 anni, moglie di Bonsanto.
A quanto si apprende l’imprenditrice, in un momento di difficoltà economica nella primavera del 2017, si è rivolta a loro e «Bonsanto, Di Palma e D’Antuoni prestavano la somma contante di 15mila euro, con la promessa - scrive il Gip Michele Valente nell’ordinanza - che la vittima avrebbe consegnato 3mila euro mensili, pari a tassi usurai del 20%, fino a quando non sarebbe stata in grado di restituire in un’unica soluzione tutto il capitale». La donna è riuscita a consegnare i 3mila euro mensili solo per i primi due mesi (luglio e agosto 2017). Concetta D’Antuoni è intervenuta in un secondo momento, dopo l'arresto del marito - precisano in videoconferenza i Carabinieri - per pretendere dalla vittima i 35mila euro con cambiali mensili, alcune da 9mila euro altre da 2mila.

Di Palma e Falcone sono accusati anche di tentata estorsione, per aver intimorito l’imprenditrice, alludendo al gruppo con frasi come: «Non sono persone dolci di sale. Sono persone che escono dalla galera e che poi si incattiviscono». E ancora: "chiudila questa situazione e nessuno ti da fastidio». Parole attribuite dagli inquirenti a Di Palma che, nelle pressioni per ottenere la somma di denaro, avrebbe anche costretto l'imprenditrice a raggiungerlo a casa, dove allora si trovava ai domiciliari. Falcone poi, incontrando più volte in strada la donna, l’avrebbe minacciata affermando: «Non capisci che ti possono fare» e «Bonsanto non ha intenzione di aspettare oltre», facendola avvicinare per pressioni anche da altri pregiudicati.

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