Avrebbe agito da solo l’attentatore che ieri ha fatto esplodere una bomba carta ai piedi della saracinesca del centro per anziani «Il Sorriso di Stefano» a Foggia, struttura di proprietà dei due manager sanitari i fratelli Cristian e Luca Vigilante. È quanto emerge al momento dall’analisi delle immagini delle telecamere della videosorveglianza che hanno immortalato un uomo incappucciato arrivare in via Vincenzo Acquaviva, posizionare la bomba e poi fuggire via. Gli inquirenti non escludono che possa trattarsi dello stesso attentatore già ripreso in occasione della prima intimidazione avvenuta il 16 gennaio scorso sempre ai danni dello stesso centro.
Una decina le perquisizioni eseguite ieri sera a Foggia a persone già note alle forze di polizia. La pista investigativa più accreditata è quella di stampo mafioso sebbene gli agenti della squadra mobile non escludono altre ipotesi. I fratelli Vigilante, testimoni in un processo all’esponente di un clan, hanno sempre dichiarato di non aver mai ricevuto alcun tipo di minacce o richieste estorsive. Oltre alla bomba del 16 gennaio, Cristian Vigilante ha subito un primo attentato dinamitardo nella notte tra il 3 ed il 4 gennaio quando una bomba fece saltare in aria la sua automobile parcheggiata per strada vicino alla sua abitazione.
«Questa gente priva di cuore e di ogni valore è esattamente come il virus che il mondo intero unito sta cercando di debellare, incurabile. I malavitosi sono un virus multiforme che muore e rinasce sotto nuove vesti e si moltiplica infettando gente sana trascinandola nel vortice del male e del malessere» . È uno dei passaggi del lungo post pubblicato sulla pagina Facebook del «Gruppo Telesforo», della società «Sanità Più» i cui manager sanitari Cristian e Luca Vigilante sono stati vittime di tre pesanti intimidazioni.
L’ultima, in ordine di tempo, la bomba fatta esplodere ieri davanti al centro per anziani «Il Sorriso di Stefano», già colpito da un attentato dinamitardo lo scorso 16 gennaio. "Questa gente va isolata - si legge - contenuta e se possibile eliminata con la stessa determinazione con la quale seminano il male per raccoglierne i frutti». Poi nel post c'è anche un riferimento alle famiglie dei criminali. «I figli dei malavitosi sono orgogliosi dei loro padri, di questi eroi al negativo. Nel loro mondo tutto ciò che per noi è un’oltraggio alla legalità e alla giustizia è un vanto, è una medaglia da mettersi in petto e da portare con orgoglio». In conclusione il gruppo Telesforo ribadisce che non si tireranno indietro e andranno avanti: «Con il vostro aiuto, con la vostra solidarietà, confidando nella magistratura e nelle forze dell’ordine».