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Orta Nova: uccide moglie e 2 figlie a colpi di pistola, avvisa i cc e si toglie la vita

Orta Nova: uccide moglie e 2 figlie a colpi di pistola, avvisa i cc e si toglie la vita

 
Redazione online

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Orta Nova, uccide moglie e figlie a colpi di pistola e si toglie la vita

L’uomo, poliziotto penitenziario, aveva 53 anni e ha usato l'arma di ordinanza. Le figlie avevano 12 e 18 anni. Un terzo figlio vive fuori

Sabato 12 Ottobre 2019, 07:50

13 Ottobre 2019, 17:36

Un uomo di 53 anni, Ciro Curcelli, assistente capo della polizia penitenziaria, si è suicidato dopo aver ucciso in nottata a colpi di pistola la moglie Teresa, 54 anni, e le due figlie di 12 e 18 anni. Ha usato la pistola d'ordinanza. Il fatto è accaduto in un appartamento in via Guerrieri, in pieno centro ad Orta Nova, nel Foggiano. A quanto si apprende l'uomo verso le due del mattino ha sparato prima alla moglie, poi alle due figlie mentre erano a letto, ed infine si è suicidato con la stessa arma sparandosi un colpo in testa, non prima di aver avvisato i carabinieri dicendo che aveva compiuto una strage. «Ora mi uccido, lascio la porta aperta», queste sarebbero state le sue parole prima di spararsi con una calibro 9. Sul posto i militari che tentano di ricostruire la vicenda. Non sono stati trovati biglietti o messaggi che potessero far presagire il delitto.

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, ancora al vaglio degli investigatori dell’Arma, Curcelli avrebbe ucciso prima la moglie, poi sarebbe andato nella camera delle figlie sparando ad entrambe mentre erano a letto. A quel punto ha chiamato i carabinieri confessando l’accaduto e annunciando l’imminente suicidio. Dopo si è disteso sul letto accanto alla moglie e si è sparato un colpo alla tempia. Quando i soccorsi sono arrivati, l'uomo era ancora vivo ma è morto durante il tragitto per l'ospedale. In casa i militari non hanno ritrovato biglietti o altre indicazioni che spieghino le ragioni dell’accaduto.

IL TERZO FIGLIO NON SOSPETTAVA NULLA - Non sospettava nulla del malessere che ha portato il padre a sterminare la famiglia e a suicidarsi, il maggiore dei tre figli di Ciro Curcelli, Antonio di 26 anni, che vive e lavora a Ravenna.

Il giovane è arrivato nella prima mattinata di oggi a Foggia ed è stato ascoltato dai carabinieri ai quali ha continuato a ribadire che non sospettava nulla. Pensava che non ci fosse alcun tipo di problema a casa - avrebbe detto il ragazzo ai militari. I carabinieri intanto stanno scavando a fondo nella vita privata dell’uomo e nelle prossime ore acquisiranno i tabulati telefonici del cellulare del 53enne per cercare di capire le cause che lo hanno portato a compiere la strage.

Intanto le salme della moglie e dell’uomo sono state portate all’obitorio di Foggia, mentre quelle delle due figlie, Miriana e Valentina, si trovano a San Giovanni Rotondo (Foggia), dove si sta recando il fratello Antonio.

LE VOCI DEI CONOSCENTI - «Sapevo che erano brave persone, tranquille senza problemi. Non mi ha mai parlato di nulla o di problemi familiari». Così Marco il fidanzato di Valentina, 18 anni, la maggiore delle due figlie di Ciro Curcelli. «Eravamo fidanzati da un anno e sette mesi - racconta - Quando Valentina aveva problemi, io ero al suo fianco per affrontarli e rimaneva sempre con il sorriso». Marco racconta ancora che non conosceva i genitori di Valentina, ma, dice «so che non avevano problemi familiari». Ogni tanto, afferma ancora, vedevo anche Miriana, la figlia piccola di 12 anni, quando usciva dal catechismo». La coppia aveva anche un terzo figlio, Antonio di 26 anni che vive a Ravenna. 

«Non abbiamo sentito né un litigio, né un grido. Mio figlio ha sentito un colpo ma non pensavamo fosse un colpo di pistola. L’unica cosa che ho notato è che ultimamente lui era un po' depresso. Stava un po' tra le nuvole. Stravedeva per la moglie e le figlie e anche per l'altro figlio che lavora a Ravenna e che è arrivato in mattinata». È quanto raccontato da una vicina di casa che abita al terzo piano dello stabile di Orta Nova. «Erano bravissime persone - dice ancora - Le conoscevo da anni. Ogni tanto lei si arrabbiava con le figlie. Ma sono cose normali che fanno tutte le mamme».

«Un uomo molto bravo, ma piuttosto taciturno». Ecco come Domenico Mastrulli segretario nazionale del Cosp (Coordinamento sindacale della polizia penitenziaria), descrive Ciro Curcelli, l’assistente capo in servizio al carcere di Foggia, che la scorsa notte a Orta Nova ha ucciso moglie e figlie e poi si è suicidato. «Lavorava al vecchio Reparto servizio preventivo interno - racconta Mastrulli che conosceva Curcelli direttamente - ed era molto tranquillo. Non voleva avere tanti contatti con gli altri colleghi. A tratti era anche un po' scontroso. Tutti i giorni viaggiava da Orta Nova a Foggia in compagnia di un collega, ora sotto choc». Mastrulli precisa inoltre che Ciro Curcelli amava la moglie e le figlie. «Erano guai - conclude - per chi gliele toccava».

SINDACO: COMUNITA' SOTTO CHOC - «La notizia che ha colpito la famiglia Curcelli ha scioccato l’intera comunità. Siamo addolorati, quanto avvenuto la scorsa notte non trova alcuna giustificazione». Così il sindaco di Orta Nova, Domenico Lasorsa, ha commentato la tragedia della scorsa notte.

«Si sta cercando di capire quale siano le motivazioni - ha aggiunto - L’unica cosa certa è che oggi ci sono tre vite spezzate». Nel giorno dei funerali - annuncia il sindaco - sarà proclamato il lutto cittadino.

«Io personalmente non conoscevo la famiglia - prosegue - Ma attraverso il racconto di alcuni miei collaboratori ho saputo che erano persone perbene. Stamattina ho anche incontrato un docente dell’Istituto commerciale 'Olivetti' di Orta Nova frequentato da Valentina e mi ha ribadito che la ragazza non aveva avuto comportamenti anomali né alcun segnale di disagio».

IL SINDACATO: SUPPORTO PSICOLOGICO PER AGENTI CARCERARI - «La tragedia di Orta Nova che ha coinvolto un assistente capo della polizia penitenziaria, che si è suicidato dopo aver ucciso moglie e figlie, provoca sgomento e dolore e ripropone un’emergenza sulla quale tutti dobbiamo riflettere ed intervenire: il lavoro dell’agente di Polizia penitenziaria può rappresentare una forte condizione di stress per gli operatori, in relazione ad aspetti organizzativi, quali turni ed orari, sopratutto notturni, ai carichi di lavoro, al difficile rapporto con i detenuti (specie se malati o se mafiosi-terroristi, stranieri) alle condizioni scadenti in cui versano le strutture ed i mezzi». Lo afferma il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, per il quale «il primo interrogativo che ci assilla riguarda se tra i colleghi ad Orta Nova non sia stato possibile cogliere qualche segnale di malessere psichico». Per Di Giacomo, non si può «perdere altro tempo» e per questo propone di istituire servizi di assistenza psicologica per il personale penitenziario. «Non è difficile - aggiunge - cogliere nelle carceri tra il personale in servizio per un lavoro fortemente usurante un quadro molto problematico fatto di depressione, ansia, alterazione della capacità sociale. Non si può ulteriormente negare l’esigenza di un supporto psicologico e di controlli sanitari periodici».

La necessità di occuparsi «della salute mentale nei luoghi di lavoro, come previsto da D.lgs. 81/2008, soprattutto in strutture come quelle penitenziarie in cui il rischio di depersonalizzazione è alto», viene sottolineata dal presidente dell’Ordine degli Psicologi della Puglia, Antonio Di Gioia, dopo l’omicidio-suicidio dell’agente Ciro Curcelli, l’assistente capo in servizio nel carcere di Foggia, che la scorsa notte a Orta Nova ha ucciso moglie e figlie e poi si è suicidato.

«Siamo dinanzi ad una tragedia che ci lascia sgomenti», afferma Di Gioia. «Riconoscere i segnali di malessere è difficile - rileva - vanno analizzati i fattori individuali, familiari, ambientali e sociali che inevitabilmente si intrecciano e non sono facilmente individuabili». «Ma - conclude - quando c'è anche solo un campanello d’allarme è possibile attivare i primi interventi».

LA SOLIDARIETÀ DEL MINISTRO BONAFEDE - «Non si sono parole di fronte a una tragedia del genere. Il mio pensiero va ai parenti delle vittime». Così il ministro Alfonso Bonafede a proposito dell’omicidio-suicidio avvenuto stanotte a Orta Nova, in provincia di Foggia.

(foto Maizzi)

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