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Mafia, interdette due società a Foggia: parentela con il boss

 
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Mafia, interdette due società a Foggia: parentela con il boss

Nel mirino aziende di riscossione tributi Adriatica servizi e Ctm srl. Il legale: non è contestato alcun addebito penale

Martedì 17 Settembre 2019, 18:49

18 Settembre 2019, 15:15

Rapporti di parentela di uno degli amministratori delle due società colpite dall’interdittiva antimafia con uno dei capimafia foggiani Federico Trisciuoglio di 66 anni, considerato dagli inquirenti boss storico della batteria Trisciuoglio - Tolonese e con un ramo della famiglia malavitosa Romito di Manfredonia (Foggi). Sarebbero queste le motivazione che hanno portato la Prefettura di Foggia ad emettere i due provvedimenti nei confronti delle società "Adriatica Servizi srl» e «CTM srl», entrambe con sede a Foggia operanti la prima nel settore della riscossione dei tributi per conto dei comuni di Foggia, Manfredonia e Monte Sant'Angelo, la seconda nel settore edile.

«Voglio precisare che ai miei clienti non viene ascritto alcun addebito penale il quale nella interdittiva non viene neppure paventato - ha affermato il legale che difende gli amministratori delle due società la Adriatica Servizi e la CTM, l'avvocato Gianluca Ursitti. «È una interdittiva, ovvero un provvedimento di tipo amministrativo che comporta l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. Impugneremo il provvedimento e faremo ricorso al Tar» - aggiunge Ursitti. Intanto la pubblica amministrazione potrebbe decidere di risolvere il contratto per quel che riguarda il servizio di riscossione dei tributi.

ANCHE SOCIO "SALVATO" DAL PIZZO - Emergono nuovi particolari sulle due interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Foggia per le società, collegate tra loro, Adriatica Servizi srl e CTM srl, quest’ultima un’impresa edile e la prima che riscuote tributi per conto dei Comuni di Foggia, Manfredonia e Monte Sant'Angelo.
Oltre a Gianni Trisciuoglio, cugino del boss Federico Trisciuoglio e imparentato indirettamente con i Romito, clan attivo sul Gargano, l’altro socio delle due aziende raggiunte dall’interdittiva è l’imprenditore Marco Insalata, che il 17 luglio del 2012 fu vittima di un agguato: sconosciuti esplosero tre colpi di revolver contro il Suv del costruttore mentre quest’ultimo stava parcheggiando il proprio mezzo. A lui nell’interdittiva si fa riferimento per alcune intercettazione estrapolate dall’operazione 'Decima Azionè, il blitz che a novembre scorso portò all’arresto di 30 persone. I capimafia in una riunione avrebbero deciso di «salvare Trisciuoglio», nel senso di evitare di chiedere il pizzo a una serie di imprese. Essere socio della famiglia Trisciuoglio gli avrebbe, dunque, evitato di essere, a sua volta, taglieggiato come tanti altri imprenditori foggiani. 

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