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Trinitapoli, ammazzato sotto casa un boss ergastolano

 
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Cosimo Damiano Carbone, di 63 anni, ritenuto al vertice della mafia di Trinitapoli beneficiava di permessi premio per motivi di salute

Domenica 14 Aprile 2019, 20:00

15 Aprile 2019, 18:34

Cinque esami dello stub nei confronti di altrettanti pregiudicati ed una mezza dozzina di perquisizioni sono stati eseguiti nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Cosimo Damiano Carbone, l'ergastolano di 63 anni ucciso ieri sera in via Transumanza a Trinitapoli. L'uomo è stato raggiunto da tre fucilate al petto e alla gola. Stando a quanto ricostruito fino a questo momento dai carabinieri, Carbone era fermo in auto nelle vicinanze della sua abitazione quando è stato affiancato da una Jeep Renegade a bordo della quale c'erano i due sicari incappucciati che hanno sparato colpi di fucile. Con la vittima c'era un pregiudicato che non ha fornito alcun elemento utile ai Carabinieri. La Jeep utilizzata dai sicari è stata trovata ieri sera completamente bruciata in una zona di campagna. Sono stati acquisiti i filmati delle telecamere della zona dell'agguato.

Secondo chi indaga, l'omicidio si inquadra nella guerra di mafia in atto dal gennaio scorso tra clan rivali di San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli. Proprio dall'inizio dell'anno, dopo l'uccisione di Pietro De Rosa, compiuta il 20 gennaio, le forze di polizia hanno rinforzato i controlli anche con la presenza dei Cacciatori di Puglia.

COSA È SUCCESSO IERI - Un ergastolano, Cosimo Damiano Carbone, di 63 anni, è stato ucciso nei pressi della sua abitazione a Trinitapoli, tra le province di Bari e Foggia. L’uomo era ritenuto dagli inquirenti al vertice della mafia di Trinitapoli. Era stato condannato all’ergastolo, ma beneficiava periodicamente della detenzione domiciliare per problemi di salute. A quanto si è saputo, l'uomo è stato ucciso con almeno tre fucilate mentre era in auto nelle vicinanze della sua abitazione, in via Transumanza: i killer sarebbero fuggiti a bordo di un'auto che è stata ritrovata completamente bruciata. Le indagini sono coordinate dai Carabinieri della Compagnia di Cerignola e del Comando provinciale. Gli investigatori starebbero verificando la presenza di un’altra persona che era in auto con la vittima al momento dell’agguato. Un valido aiuto alle indagini potrà giungere attraverso la visione dei filmati delle telecamere di sicurezza installate nella zona.

Cosimo Damiano Carbone era stato condannato all’ergastolo per l'omicidio di Savino Saracino, compiuto a Trinitapoli il 30 settembre 2004. Carbone fu fermato dai carabinieri due giorni dopo l’uccisione di Saracino, che aveva 35 anni, e il tentativo di omicidio di Michele Miccoli, 32 anni, entrambi pregiudicati. L'agguato - secondo le indagini - maturò nell’ambito di contrasti tra gruppi malavitosi rivali.

Anche il fratello più grande di Cosimo Damiamo Carbone, Antonio, di 70 anni, fu ucciso il 27 maggio del 2014 con tre colpi di fucile calibro 12 nel centro di Trinitapoli mentre era a bordo della sua auto. Quello di oggi è il secondo omicidio compiuto a Trinitapoli dall’inizio dell’anno: il primo era avvenuto il 20 gennaio scorso quando venne ucciso il pregiudicato Pietro De Rosa.

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