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Pnrr e Zes, ultima occasione per la questione meridionale

 
rosanna volpe

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Pnrr e Zes, ultima occasione per la questione meridionale

Nel ‘48 proprio in Fiera il primo incontro sull’affanno del Sud. Ma cosa è cambiato? Il coordinatore Romano: «Il vero pilastro della zona economica speciale resta la semplificazione burocratica»

Martedì 01 Ottobre 2024, 11:17

BARI - Zona unica speciale e Piano nazionale ripresa e resilienza sono state le parole chiave della prima delle due «Giornate del Mezzogiorno» che la Camera di Commercio di Bari ha organizzato in occasione della ottantasettesima edizione della Fiera del Levante. Un ritorno al passato quello di ieri: era settembre del 1948, e proprio nella Campionaria, si svolse il convegno su «Erp e Mezzogiorno», il piano Marshall, come è rimasto nella memoria collettiva, che portava in dote oltre tredici miliardi di dollari. Oggi, con il Pnrr e il Next Generation, è destinato al Mezzogiorno il quaranta per cento di oltre duecento miliardi di euro. «Abbiamo voluto dar vita a un dibattito sulla Puglia e sul Mezzogiorno - ha dichiarato la presidente della Camera di Commercio Luciana Di Bisceglie - nel contesto fieristico, andando oltre gli slogan o la polemica politica, riproponendo in chiave attuale uno storico momento di confronto nazionale sul Mezzogiorno. Un appuntamento che, sin dagli anni Cinquanta, ha indicato le linee dell’intervento straordinario nel tentativo, mai pienamente riuscito, di ridurre il gap tra Settentrione e Meridione d’Italia. A riprova del fatto che molti dei grandi temi della questione meridionale, sono rimasti sostanzialmente immutati».

«Bari si conferma una città attenta ai problemi del nostro Mezzogiorno e fucina per temi così importanti», ha ribadito la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno. «Bisogna avere una prospettiva che provi ad andare oltre e comprendere quanto la questione meridionale sia un tutt’uno con un processo di integrazione europea». In questa direzione decisivo è il ruolo delle imprese e della semplificazione burocratica, oltre agli incentivi e alle opportunità di investimento. Da qui, quindi, il ruolo centrale della Zes e del Pnrr.

«Le Zes di maggiore successo - ha sottolineato Pasquale Tridico, presidente della Commissione Fisc del Parlamento Europeo- sono luoghi altamente specializzati, con incentivi fiscali e collegati con le infrastrutture. Senza le infrastrutture le imprese non investono». Per Tridico «aver pensato a una Zes unica così grande nel Mezzogiorno, con esigenze così diverse, è sbagliato». Secondo Giosy Romano, coordinatore della Zes unica, invece, «il vero pilastro della zona economica speciale resta la semplificazione burocratica che incentiva investimenti nel territorio e crea occupazione. Il piano strategico ha individuato i settori da implementare, sortendo i primi effetti tangibili».

«Dopo un avvio molto incerto e molto lento – ha spiegato il capo di Gabinetto del presidente Emiliano, Giuseppe Catalano - il Governo ha fatto marcia indietro rispetto all’approccio iniziale e ha scelto uno dei commissari della Zes territoriale precedente, Giosy Romano, un uomo del Sud di grande capacità e di grande esperienza, perché ha lavorato bene in Campania, come bene ha lavorato Manlio Guadagnuolo in Puglia.
Dobbiamo prendere atto di questa modifica di approccio, che mi sembra più partecipativa. Noi abbiamo il diritto ma anche il dovere di accompagnare il lavoro del commissario, nell’interesse dei territori, facendo sì che le risorse disponibili siano impiegate in modo efficace. Uno dei temi su cui lo solleciteremo è la collaborazione con le Regioni. Noi vogliamo essere la prima Regione che stipuli, come previsto dalla norma, una convenzione con la struttura di missione nazionale proprio per far coordinare al meglio da Roma e dal territorio gli interventi a favore delle nostre imprese. È una partita che non possiamo perdere nell’interesse generale».

Secondo la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone «la Zes unica è importante, ma purtroppo non soddisfa gli imprenditori come vorrebbero. D’altra parte in Puglia abbiamo certamente una capacità di spesa eccezionale e vogliamo avere anche nel quadro del Pnrr e dei Fondi di sviluppo e coesione una prospettiva più ampia per le nostre imprese, per le infrastrutture e soprattutto per i giovani». E proprio sul Pnrr fa il punto l’economista Gianfranco Viesti: «Il problema non è soltanto quello di far arrivare i soldi da Roma ma lavorare con i Comuni, impegnati in una miriade di progetti e con scarso personale tecnico. Se ci fosse una proroga – ha concluso – sarebbe ragionevole, ma non è certo che sia concessa».

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