Lunedì 24 Novembre 2025 | 07:27

Regionali, oggi si chiude il «ventennio» di Emiliano: cosa c'è adesso nel futuro del presidente

Regionali, oggi si chiude il «ventennio» di Emiliano: cosa c'è adesso nel futuro del presidente

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Regionali, oggi si chiude il «ventennio» di Emiliano: cosa c'è adesso nel futuro del presidente

Partito nel 2003 a Bari con l’esperienza «città plurale», il magistrato si dividerà tra talk e referendum fino alle prossime politiche

Lunedì 24 Novembre 2025, 07:00

Termina con il passaggio di testimone dei prossimi giorni il ventennio di Michele Emiliano, governatore regionale uscente, e politico tra i più vincenti del campo progressista nazionale dagli anni duemila.

Si chiude una stagione, quella emilianista nel palazzo del lungomare Crollalanza, ma non finisce l’impegno pubblico del magistrato (in aspettativa dal lontano 2004), quando fu eletto primo cittadino a Bari. In questa campagna elettorale è stato come il personaggio nannimorettiano di Ecce Bombo: ogni evento ci si domandava se avrebbe partecipato. "Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”, è la frase cult della pellicola che calza perfettamente per la popolarità mediatica di Emiliano, che negli ultimi giorni ha conquistato anche il pubblico dei talk, con la sua fisicità e il piglio da bastian contrario (senza sconti alla sinistra luogocomunista).

La performance del presidente sul palco dell’ex Gil con Ubaldo Pagano e Antonio Decaro, a pochi giorni dal voto, è stato il colpo di teatro che ha rassicurato la base dem, disorientata dalle incomprensioni tra i due leader: dopo l’abbraccio a favore di telecamere, Antonio e Michele si sono fermati a sgranocchiare castagne calde, guardando emozionati le foto della piccola Maria Antonietta.

Sarà un caso, ma Emiliano è l’ultimo dei big a votare in questa tornata: andrà al suo seggio solo stamattina, con nel cuore il pensiero dell’ultima passeggiata al seggio, vissuto qualche anno fa con la mamma Franca, seguita da una sosta gioiosa in un bar di Torre a Mare.

La sua parabola politica decollò per una lettera del suo eterno rivale Raffaele Fitto: l’allora presidente della regione del centrodestra espresse riserve sulla discesa in campo del magistrato, amplificandone la portata dell’invasione nel campo politico. Proprio alle comunali 2004 Emiliano sbaragliò il litigioso centrodestra guidato da Luigi Lobuono (la sua coalizione era stata libanizzata dallo scontro tra Salvatore Tatarella e Simone Di Cagno Abbrescia): iniziò allora la Primavera pugliese, anche grazie al ruolo del civismo (la prima «onda emilianista» più l’attivismo di Città plurale), che aprì il varco al successivo successo dirompente del comunista Nichi Vendola proprio contro Fitto.

Emiliano sindaco è stato il talent scout di Decaro: lo ha preso dall'Anas e lo ha lanciato in giunta come assessore al Traffico, scoprendo che i baresi in poco tempo sarebbero stati folgorati dalle intuizioni legate alla mobilità dei “park and ride”. Mentre Emiliano proseguiva il suo percorso, Decaro cresceva come suo delfino, passando prima per il consiglio regionale e poi per il parlamento.

Nel 2014 il passaggio di consegne a Palazzo di Città (dopo le primarie vinte da Decaro contro Giacomo Olivieri): l’anno successivo Emiliano preparò le regionali indossando anche i panni di assessore alla Sicurezza della giunta di San Severo. Nel 2015 lo sbarco alla Regione, contro una destra divisa tra Adriana Poli Bortone e Francesco Schittulli. Nel 2020, in pieno periodo Covid, la sua partita più complessa: dopo un mandato problematico la conferma è passata dalla sfida con Raffaele Fitto, neo pretoriano meloniano in Puglia. Alla fine la differenza la fecero la miriade di liste civiche (trovata del consigliere del principe Giovanni Procacci): i tanti candidati che catalizzarono i voti di amici e famigliari, dando una inattesa ampiezza al successo della coalizione dei pugliesi.

L’ultimo mandato, segnato anche da qualche corto circuito giudiziario (dal caso Lerario a quello di Alfonsino Pisicchio, alle dimissioni di Anita Maurodinoia), è stato accompagnato da numeri record per la crescita del Pil e dell’occupazione, ma anche da polemiche roventi con Roma su Pnrr e Fondi per la coesione, fino alla firma del patto per la Puglia con Giorgia Meloni e Raffaele Fitto.

Questa settimana Emiliano non andrà in modalità riposo: nella sua agenda c’è la partecipazione al prossimo vertice sull’Ilva, segnale che il suo attivismo politico rimarrà connesso alle battaglie cardine della Puglia. Dalla decarbonizzazione a Taranto alla campagna referendaria sulla giustizia: questi sono solo due impegni in calendario, tra i tanti che lo vedranno in prima linea fino alle prossime politiche, per le quali la segretaria Pd Elly Schlein ha ipotecato un posto extralarge per il leader barese, con vista su Palazzo Madama.

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