Liste di attesa lunghe, numero degli Ospedali ridotti, Pronto Soccorso pieni ed affollati, medici ed operatori sanitari in numero deficitario. Qualcuno grida e si sbraccia come un dannato. Invece…nessuno tocca due argomenti vitali. Tutti restano in superficie, non aggredendo un tema vitale, ma proponendo soluzioni estemporanee Lo fa anche qualche operatore sanitario candidato.
Primo: va rivista la distribuzione dei fondi sanitari alle Regioni, che si realizza nella Conferenza Stato-Regioni e che vede da decenni le Regioni del Mezzogiorno penalizzate, rispetto a quelle settentrionali, per via dell’eccessivo valore che si dà alla anzianità della popolazione nei coefficienti di distribuzione delle risorse. Le Regioni meridionali sono penalizzate perché hanno una popolazione più giovane, Basilicata esclusa. Manca nella valutazione, quasi del tutto, la malattia più grave che esiste, considerata tale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: la povertà, tipica caratteristica meridionale. Non si può trattare allo stesso modo una signora ottantenne che vive a Milano in Piazza Duomo ed un’altra ottantenne che vive nel Subappennino Dauno, a Volturino. Invece nella Conferenza Stato-Regioni avviene che le regioni settentrionali, di destra e sinistra, si coalizzano egoisticamente per non modificare la norma.
Nella storia i presidenti di Regione Antonio Bassolino, Nichi Vendola e Michele Emiliano hanno parzialmente recuperato la disparità economica tra Regioni del Nord e quelle del Sud. Non basta, è ancora pochissimo. Tra l’Emilia Romagna e la Puglia, a parità di abitanti, la sanità emiliana riceve centinaia di milioni in più. Altro che liste di attesa… Bonaccini e Zaia non ne parlano, ma noi abbiamo il dovere di farlo. Non di uniformarci nella disparità. Oppure ascoltare le proposte sull’Autonomia differenziata che amplierebbe il divario.
Poi c’è un altro problema ancora più grave, del quale nessuno parla, ben sapendo che il tema è difficilissimo ed arduo da risolvere. Non ne parlano nemmeno i leaders nazionali o presunti tali. Per ignavia ed incapacità. A destra e a sinistra. Sanno bene che cambiare la Costituzione lì dove prevede le Regioni a Statuto Speciale è difficilissimo, se manca la volontà politica, che purtroppo manca del tutto. Meglio cambiarla sul CSM o sul presidenzialismo.
La Costituzione prevede le Regioni a Statuto Speciale: Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia, le Province Autonome di Bolzano e Trento. La Costituzione ha previsto nel 1946 la specialità delle Regioni per motivi che oggi non sussistono più e che nel 2025 reca solo immensi vantaggi economici ben spesi da Valle d’Aosta, Friuli e Trentino Alto Adige, mal spesi dalla Sardegna, spesi in modo disumano dalla Sicilia. L’Autonomia delle Regioni a Statuto Speciale è oggi solo un immenso vantaggio economico che pagano le regioni Ordinarie, soprattutto in sanità. Ne vogliamo parlare?
Ma io sono un soggetto speciale della vecchia politica. Io sono di ieri, non capisco le novità. Io sono per la centralità della persona, non per quella di Amazon o dei Social.
Vedrete che nessun candidato Presidente risponderà a questi quesiti fondamentali per la nostra sanità. Spero di essere smentito.















