Giovedì 23 Ottobre 2025 | 04:53

Decaro? Un po’ come Sinner anche se Emiliano-Vendola entrano in campo, vince lui

Decaro? Un po’ come Sinner anche se Emiliano-Vendola entrano in campo, vince lui

 
Bepi Martellotta

Reporter:

Bepi Martellotta

Aggredire Emiliano, il grande errore dell’ingrato Decaro

Si chiama unanimità, è una specie di malattia del consenso: quando ce l'hai non tolleri che ci sia un minimo sbuffo al plauso che ti danno gli altri. Se c'è, è assoluta, non tollera dubbi o sbavature: o io o il diluvio dopo di me

Lunedì 25 Agosto 2025, 13:00

Si chiama unanimità, è una specie di malattia del consenso: quando ce l'hai non tolleri che ci sia un minimo sbuffo al plauso che ti danno gli altri. Se c'è, è assoluta, non tollera dubbi o sbavature: o io o il diluvio dopo di me. Ecco, la vicenda Decaro-Emiliano-Vendola potrebbe essere letta così: uno che è amato da tutti i baresi e molto presto potrebbe esserlo da tutti i pugliesi, visto che alle Europee mezzo milione di meridionali lo hanno scelto, non può tollerare che ci siano altri due a togliergli applausi nello stesso campo di gioco, quello del centrosinistra, pur non avendo loro né i numeri né le carte per giocare una sfida «contro» di lui.

Il problema non è quanto e se Emiliano e Vendola possano oscurare l'astro pugliese Decaro. Il primo è in caduta libera nei sondaggi sul gradimento dei governatori in carica; il secondo si è fatto dimenticare 10 anni fa per legittime scelte familiari e per l'ombra della magistratura sul caso Ilva. Anche se ci provassero, mai potrebbero competere con l'incanto del sindaco che sta tra la gente, caccia dalle panchine infestate dal Covid i malcapitati fidanzatini, accompagna la vecchietta a fare la spesa, urla contro le fornacelle sul lungomare e piange commosso ogni volta che gli fanno vedere la fascia tricolore o una nuova pista ciclabile. Non c'è partita per quei due, anche se copri d'oro l'agenzia di comunicazione Proforma e convinci Emiliano a dimagrire veramente e Vendola a convertirsi all'eterosessualità. Eppure, danno fastidio: sporcano gli applausi della folla compiacente, rompono l'incanto dei pugliesi innamorati, compromettono l'unanimità e assolutezza del consenso.

Ci sono nella vita magie che non si ripetono e, nel mondo del consenso politico, durano poco: devi prendere il treno quando passa. Il treno, per ora, vede Decaro in un buio vagone di Bruxelles da eurodeputato a giostrare sul riarmo sì o no dell'Europa. Ma lui vuole fare il macchinista sotto i fari della Puglia senza avere il minimo ostacolo, decidendo i vagoni (le liste) e i passeggeri (i candidati). «Sono stra-amato e se non vi piace trovatevi un altro, io posso pure correre da solo e far saltare il Pd», sembra dire.

La questione è politicamente giusta, ma costituzionalmente sbagliata. Il governatore in pectore può rivendicare autonomia? Sì, anche se ce l'ha già per statuto e non ci sono Emiliano o Vendola che possano scalfirla: ci sono passati anche loro da quel trono e sanno che non hai speranza di potere se non ciambottando nel sottobosco degli apparati mentre il re (alla fine questo è la Regione, una monarchia) indica la strada. Il governatore in pectore può chiedere a due persone di non candidarsi? No, perché la Costituzione dà diritto a ciascuno, a prescindere da chi sia, cosa abbia fatto di lecito nella vita e dal partito a cui è iscritto, di candidarsi. E dunque la sindrome del plebiscitarismo (o unanimismo), la malattia del consenso a prescindere, la logica del «o me o il diluvio» non può che andare a farsi benedire.

Per spiegarci meglio: Sinner è Sinner, non ha bisogno di decidere chi deve stare con lui nel doppio o con chi deve misurarsi a Wimbledon. Lui gioca e vince, quasi sempre. Se la «macchina» non è a posto per problemi suoi, e non creati da altri, si ferma. Diversamente Sinner gioca e va a prendersi il trofeo, a prescindere da chi ci sia nel suo o nell'altro campo. E invece il Sinner della Puglia potrebbe - non è da escludere - decidere di non giocare più solo perché lo infastidiscono i «compagni» di gioco i quali, per motivi diversi, potrebbero compromettere il risultato finale: il plebiscitarismo.

L'arbitro, in questa fase, è a Roma. La palla delle decisioni pugliesi - che una classe dirigente dovrebbe saper prendere in autonomia, visto che si parla del governo semi-monarchico del proprio territorio - è affidata alla leader dem Elly Schlein, nel frattempo impegnata a insidiare il governo nazionale Meloni su Kiev, Gaza, i salari e la sanità. In pratica il centrosinistra pugliese, vincitore prima ancora di giocare la partita, non sa come uscire da solo dall'imbuto in cui si è infilato, e chiede aiuto alla mamma.

La mamma, a sua volta, sa che ha: un figlio campione troppo ambizioso al punto tale da volerla spodestare dalla casa del Pd (Decaro); un figlio capriccioso che non vuole mollare definitivamente il giocattolo della Regione (Emiliano); un figlio ribelle che sta in un'altra famiglia, la quale legittimamente rivendica di far giocare chi vuole alla partita della vita (Vendola) pur di avere una propria bandiera in Puglia.

Sin qui i problemi. La soluzione sta solo nella testa del protagonista, sinora apparso più impegnato ad accendere i consensi social a se stesso (e a delegittimare quelli per Emiliano e Vendola) che a trovare una via d'uscita. Appassionando gli spettatori della telenovela a sinistra visto che la TV, a destra, manda schermo buio (e decisamente piatto).

Eppure, gli spalti di Wimbledon sono tutti per lui, la palla la terrà lui, il Sinner delle urne. E le squadre sono già pronte, visti i sindaci e amministratori locali che stanno praticamente già in campagna elettorale sui vagoni del suo treno. Anche se il temibile Alcaraz (Emiliano) e il vecchio Djokovic (Vendola) prenderanno la racchetta, non c'è partita... il plebiscitarismo in Puglia è comunque salvo. E «mamma Elly» potrebbe tranquillamente tornare a occuparsi delle faccende nazionali, che non sono poche. Ma tant’è: in tv e sui social spopola solo una telenovela, quella del «campione smarrito».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)