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Tragica e monotona, così è la guerra che non finisce mai

Tragica e monotona, così è la guerra che non finisce mai

 
Gino Dato

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Gino Dato

Tragica e monotona, così è la guerra che non finisce mai

E con questo affamare gli affamati, con questo incrudelire sui deboli ormai il XXI secolo ci ha stancati

Martedì 19 Agosto 2025, 13:00

Queste guerre di aggressione che seminano morti e non finiscono mai sono proprio monotone. E con questo affamare gli affamati, con questo incrudelire sui deboli ormai il XXI secolo ci ha stancati. Ma se le vicende belliche e i conflitti ci lasciano indifferenti e inebetiti, almeno la cronaca, Signora della Vita, ci fa girare la testa e dispensa racconti un po’ stuzzicanti.

Che raccapriccio constatare questa repellente verità nelle pieghe di una estate che, invece di dispensare piaceri di montagna e brezze di mare, ci ammannisce le tragedie dell’uomo.

Eppure, a pensarci bene, non dicono più nulla e hanno oltrepassato i limiti del concepibile queste immagini che ci propinano le gesta di popoli che vivono alla giornata, corrono nei rifugi e, appena possono, s’aggrappano a un brandello di vita. Popoli che stanno pagando la follia dei potenti con migliaia di morti e dispersi. Diplomazie sterili e insussistenti. Gente che ha smarrito il piacere di una passeggiata e di una chiacchierata nella serenità di un tramonto.

Come è diventata tragica e monotona una guerra senza trincea ma che pullula di chirurgiche formazioni di droni che, con precisione meticolosa, praticano l’arte della distruzione e, quando sbagliano il bersaglio, se la cavano sempre con le scuse.

E così, se la normalità scende soporifera sui teatri e i cimiteri di guerra, invece ritornano a dominare le narrazioni di quel poco di umano che si annida nel bizzarro o tragico di noi umani dell’ultima ora, troppo affaticati dalla ordinaria amministrazione e avidi di poter lanciare sguardi da voyeurs.

Ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto che, in una stagione in cui i tribunali riaprono casi ormai passati nel dimenticatoio, la storia quotidiana, ricca di pulsioni, emozioni, istinti ci riserva sorprese e vicende ammantate di mistero ma anche di orrore.

Solo qualche esempio in un ampio ventaglio di screzi, odi e violenze che spaziano dal tira a segno degli incidenti autostradali ai rigurgiti di fanatismo ideologico.

Ci appassioniamo e ci interroghiamo sugli ultimi minuti di vita di una giovane ventenne che da una pista da ballo di Bagheria ritroviamo cadavere sul fondo di una piscina. Quali saranno stati gli ultimi pensieri di Simona? E gli ultimi gesti? La curiosità e la morbosità avrà anche assalito gli osservatori dell’omicidio di Gemona, nel quale campeggia una madre che seziona il figlio e sparge i suoi resti per i sentieri di montagna. Complice la nuora? O chi altri? Ma anche l’aggressione in autogrill a Lainate al gruppo di ebrei è figlia dei raptus e magari dell’odio razziale.

E allora abbiamo bisogno delle passioni sanguinolente per tornare a vivere? Con quali sembianze si presenterà la prossima tessera del mosaico «apocalisse»? Intanto le guerre continuano indisturbate la loro mietitura…

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