I Fringe Benefit sono beni e servizi che le aziende forniscono ai loro dipendenti in aggiunta alla retribuzione. Essi garantiscono vantaggi per entrambi, aziende e lavoratori. Non sono elargizioni in denaro ma compensi erogati sotto forma di beni in natura dal datore di lavoro, e non incidono sul calcolo di pensione e Tfr o tredicesima.
Attraverso l’erogazione in natura o servizi è come se il dipendente ricevesse reddito aggiuntivo che però se fosse reddito verrebbe tassato, mentre sotto forma di fringe benefit non è soggetto a imposte, generando un vantaggio per lavoratori e impresa.
Vengono concessi sotto forma di ticket cartaceo o elettronico e sono costituiti da buoni pasto, auto aziendale per uso personale e/o lavorativo, i buoni carburante, che possono essere usati per rifornire l’auto aziendale o personale, il rimborso di utenze domestiche acqua, luce e gas. Tra questi beni accessori, rientrano anche le assicurazioni sanitarie, per spese mediche, specialistiche e ricoveri, i contributi scolastici e per la scuola dei figli, o corsi di formazione e spese per l’asilo nido, oltre agli gli abbonamenti per mezzi di trasporto pubblici, per percorsi urbani ed extra urbani. Accanto a questi, è incluso l’utilizzo di beni aziendali, come il telefono, il pc, il tablet e le stampanti per lavoratori del settore pubblico e privato, che siano previsti dal contratto collettivo aziendale o individuale. Contrariamente a quanto previsto per legge, ovvero che tutte le erogazioni sono soggette a tassazione, la legge di bilancio 2025 conferma i limiti della non tassabilità a 1000 euro per l’erogazione a tutti i dipendenti indipendentemente dal proprio reddito; invece, il tetto sale a 2000 euro di non imponibilità se il dipendente ha figli a carico. Ma l’attuale legge di bilancio introduce una voce ulteriore di esenzione fiscale fino a 5.000 euro per rimborso dell’affitto dei neoassunti a tempo indeterminato con reddito fino a 35mila euro che traferiscono la residenza di oltre 100 km per motivi di lavoro. Per le auto aziendali concesse in uso ai dipendenti, invece, la legge di bilancio introduce percentuali nuove di imponibilità ovvero il valore di imponibilità al 50% che scende al 20% se l’auto aziendale è ibrida o plug-in o 10% se l’auto è a trazione al 100% elettrica. Per le associazioni la stretta sui fringe benefit penalizza i dipendenti che le usano per spostarsi per motivi di lavoro e chiedono una revisione della disposizione, perché avranno una maggiore tassazione in busta paga. A differenza dei fringe benefit, che sono elargizioni in natura contrattati dall’azienda a livello individuale, normalmente tassati ad eccezione di quelli che il legislatore ha reso esenti nella nuova legge di bilancio del prossimo triennio, il welfare aziendale è rivolto alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee di essi, disciplinati attraverso regolamenti aziendali o contratti collettivi aziendali e si rivolgono ad un paniere di beni e servizi molto vario e ampio, totalmente esente da tassazione, tranne alcune esenzioni o con soglie massime.
Nessuno degli istituti può essere considerata una sostituzione della retribuzione, ma possono aumentare il potere di acquisto dei dipendenti. È ormai un sistema diffuso tra le imprese italiane, sia per le agevolazioni fiscali e sia per la competitività aziendale, che offre più facilities ai potenziali assunti. Entrambi gli strumenti di supporto al benessere dei lavoratori/trici e alla qualità di vita nelle organizzazioni devono essere introdotti solo a seguito di apposite e mirate analisi dei bisogni e piani interni di comunicazione e formazione. Infatti, tali strumenti di sviluppo di una nuova cultura del lavoro, perché possano essere valorizzati e utilizzati con un impatto anche sulla soddisfazione della popolazione aziendale, nonché sulla redditività e produttività e sull’innovazione dei processi di lavoro, è bene che vengano monitorati attraverso indicatori appositi di risultato, in risposta ai quali si attivano le erogazioni di tali beni e servizi. Una misura di welfare strategica, che non vuole solo sostenere la capacità di acquisto dei dipendenti a pioggia, ma promuovere un salto di qualità delle imprese, stimolando quindi uno sviluppo sostenibile e tra impresa e lavoratori.