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L’ambiente nella Costituzione: a tre anni dalla legislazione c’è ancora tanto da costruire

 
Vito Bruno e Pasquale Del Vecchio

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Vito Bruno e Pasquale Del Vecchio

L’ambiente nella Costituzione: a tre anni dalla legislazione c’è ancora tanto da costruire

L'ambiente viene, quindi, a partire dal 2022 ad essere considerato un patrimonio comune che la società, nella sua complessa e variegata composizione, deve proteggere e tutelare

Giovedì 27 Febbraio 2025, 13:00

La tutela dell'ambiente nella Costituzione festeggia le sue prime tre candeline. Con la Legge Costituzionale dell’11 febbraio 2022, si è, per la prima volta nella storia repubblicana, messo mano ai principi fondamentali della Nazione e lo si è fatto intervenendo sull'art. 9 con un obiettivo chiaro: preservare l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi. Un'azione di responsabilità promossa nell'interesse delle future generazioni. L'ambiente viene, quindi, a partire dal 2022 ad essere considerato un patrimonio comune che la società, nella sua complessa e variegata composizione, deve proteggere e tutelare.

I lavori preparatori della modifica costituzionale riguardante l'ambiente sono significativi, in quanto riflettono il lungo e articolato dibattito che ha visto un crescente consenso sul fatto che l'ambiente non fosse più un tema marginale, ma un principio fondamentale anche per la sostenibilità sociale. In particolare, i lavori preparatori hanno evidenziato l’urgenza di riconoscere la tutela dell'ambiente come valore costituzionale, in linea con gli sviluppi del diritto internazionale e con le esigenze di sviluppo sostenibile, senza trascurare la necessità di integrare la protezione ambientale nelle politiche pubbliche, garantendo che le future generazioni possano beneficiare di un ambiente sano e preservato.

Nondimeno, l’intervento costituzionale è stato fondamentale per garantire il rafforzamento della responsabilità collettiva nella conservazione degli ecosistemi, riconoscendo il ruolo fondamentale della comunità quale primo protagonista nella protezione dell’ambiente.

Gli interventi del legislatore durante le discussioni evidenziavano chiaramente la necessità di consolidare la sostenibilità come valore centrale nella Costituzione, al fine di rispondere in maniera adeguata alle sfide globali legate ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità. Non solo, ma si è anche posto in risalto come tale modifica sia il risultato di un approccio inclusivo che coinvolge esperti del settore ambientale, rappresentanti delle istituzioni e della società civile.

Il ritardo nella piena incorporazione dell'ambiente tra i principi fondamentali della nostra Costituzione ha avuto conseguenze significative, purtroppo non solo formali. Le sentenze rese dalla CEDU e dalla Corte di Giustizia dell'UE sui temi ambientali, come quelle relative alle note vicende di Taranto e della «Terra dei Fuochi» in Campania, hanno dimostrato come l’inadeguatezza della tutela «normativa» dell'ambiente abbia alimentato danni che non sono solo ambientali, ma anche sociali ed economici. Un costo non solo per la comunità di oggi, ma anche per le future generazioni, che vedono risorse pubbliche impiegate per riparare e non per progredire. È di tutta evidenza che, in questo caso, non si parla di riparazione in termini meramente economici, ma anche in termini di salute, qualità della vita e giustizia intergenerazionale.

La sensibilità verso i temi dell'ambiente ha trovato nell'emergenza Covid-19 una importante cassa di risonanza. II lockdown ha operato in tal senso come un campanello di allarme ed amplificatore di una coscienza collettiva sempre più attenta al rispetto dell'ambiente ed alla ricerca di un vivere quotidiano sostenibile. Guardando al mondo delle imprese, la ritrovata consapevolezza sull'importanza della sostenibilità ha trovato vento favorevole nella diffusione sempre più ampia e premiante della rendicontazione ES (Environmental, Societal and Governance), evoluzione di quella cultura sulla responsabilità sociale ed ambientale delle imprese che dagli anni 2000 accompagna ed integra le azioni di rendicontazione delle performance economico-finanziarie.

La tutela dell'ambiente nella sua piena attuazione è, senza alcun dubbio, una missione ardimentosa e ancora lontana dal pieno compimento, un campo di confronto spesso insidioso ed a volte popolato da scontri ideologici, ma è ancor di più un tema di cultura e competenze specifiche.

Il potenziamento delle conoscenze e competenze inerenti alla tutela dell'ambiente richiede azioni capillari e continue di sensibilizzazione intragenerazionali, con un'attenzione particolare ai giovani nei diversi livelli di istruzione scolastica e universitaria. Guardare all'ambiente, alla sua tutela e piena valorizzazione rappresenta un bisogno ed è nel contempo un'opportunità. Rivedere le figure professionali in uscita dai diversi percorsi universitari potenziandone in chiave ambientale obiettivi curriculari e profili di competenze diviene necessario, così come fondamentale sarà promuovere programmi di alta formazione utili ad innestare in percorsi manageriali ed imprenditoriali già in essere know-how tecnologico, approcci strategici e di misurazione delle performance in linea con una piena responsabilità ambientale.

Nel festeggiare il terzo compleanno dell'ambiente come caposaldo di uno spirito nazionale in continuo divenire, capace di rinnovarsi e rinnovare le opportunità per le sue giovani generazioni, l'augurio è che la timidezza, tipicamente attribuita alle tre candeline di ogni giovane vita, sia premessa di una consapevole e concreta crescita, l’unica che può rispondere in maniera adeguata alle sfide del nostro tempo.

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