Negli ultimi tempi, la sinistra nazionale ha trasformato i talk show politici in una sorta di esibizione di tristezza collettiva, simile alle tradizionali manifestazioni di lutto che si svolgevano in famiglia per onorare i defunti. Questi programmi, che dovrebbero essere piattaforme per il dibattito e la discussione, sono diventati veri e propri «chiangimuerti» televisivi.
Le migliori menti della sinistra si ritrovano in questi talk show ormai tristi e sconsolati, seduti a cerchio, con il regista che saltella qua e là, orchestrando il tutto. La scena è quasi paradossale, con i partecipanti che sembrano più intenti a esprimere il loro dolore e la loro frustrazione piuttosto che a proporre soluzioni concrete. Rivediamo il film di Roberto Andò La stranezza. Non c’è dubbio che con la destra al governo, la sinistra non trova pace né cerca una strada per uscire dal cul-de-sac in cui si è cacciata. Solo sadismo puro! Auto flagellazioni. Niente proposte, ma chiacchiericcio continuo e parlarsi addosso. Gli elettori assistono sgomenti a tutta questa ricerca «d’Autore» e, purtroppo, l’effetto finale è l’aumento dell’assenteismo.
La versione da bar di questi talk show in un mesto face to face non è da meno. I discorsi si trasformano in elegie e citazioni, ricordando e celebrando i defunti, sia in senso letterale che metaforico, e comunque frustate e antiche immagini di un tempo che fu. Le discussioni politiche diventano un pretesto per esprimere il lutto per un passato glorioso ormai perduto e per un futuro incerto.
Questa trasformazione dei talk show politici in «chiangimuerti» riflette una crisi più profonda nella politica italiana di quella parte politica. La mancanza di visione e di leadership a sinistra appare una continua lamentazione, senza prospettive di cambiamento reale. È un segnale di una politica che ha perso il contatto con la realtà e con le esigenze dei cittadini.
Ma, come si dice, la speranza è l’ultima a morire. In definitiva, smettere di dare l'immagine di una politica litigiosa e inconcludente potrebbe essere una chiave per ridurre l'assenteismo dal voto. Promuovere il dialogo costruttivo, adottare buone pratiche e investire nell'educazione civica sono passi fondamentali per riavvicinare i cittadini alla politica, investire nelle nuove generazioni e rafforzare la democrazia. Solo attraverso un impegno collettivo e una visione condivisa possiamo sperare di costruire un futuro politico più inclusivo e partecipativo. Tuttavia, c’è speranza che, con una maggiore responsabilità e un impegno concreto verso il cambiamento, i politici possano smettere di piangersi addosso e iniziare a lavorare per un futuro migliore. Per fortuna, la nostra è una nazione dove si vota sempre, e noi cominciamo con la nostra Regione. Bene, avanti tutta!