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Buon san valentino anche quando l’amore è a tempo

 
fabiana pacella

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fabiana pacella

Buon san valentino anche quando l’amore è a tempo

C’è una bandierina rossa che sventola davanti a una roulotte, su un’arteria a scorrimento veloce, in Salento, passepartout di amori a tempo. Di gioie e carezze e umori scambiati a prezzi modici

Venerdì 14 Febbraio 2025, 12:43

C’è una bandierina rossa che sventola davanti a una roulotte, su un’arteria a scorrimento veloce, in Salento, passepartout di amori a tempo. Di gioie e carezze e umori scambiati a prezzi modici.

Un segnale, un post it, un messaggio criptato per cercatori dell’oro più raro, pronti ad acquistare anche una bugia confezionata ad arte, pur di sentirsi signori dell’Eldorado del cuore. L’amore come l’oro, con tutto il caravanserraglio di illusioni che si portano appresso dalla notte dei tempi, si mescolano in quella casa a rotelle, in quel pezzo di vita viaggiante che però e sempre ferma lì, al di là di quella strada, dove l’asfalto diventa campagna e il rumore silenzio.

E una donna, non più giovanissima, accoglie i suoi clienti. Vende effusioni, sesso, abbracci, ascolto e un po’ d’umanità. Vende il suo tempo.

Chiude a doppia mandata la porta di casa, percorre un po’ di chilometri verso l’altrove e l’altra di sé, il suo «ufficio» delle felicità e degli abbracci perduti. Crocevia di storie e banco di dolci madeleine dal retrogusto amaro.

Da una casa a una roulotte. Dal centro abitato alla periferia. Le porte scorrevoli che separano la dualità di tante vite, in questo racconto sono una lingua d’asfalto trafficata.

La vestale della liturgia più antica del mondo è la sintesi di pagine di letteratura e cinematografia. Un po’ Agrado di Almodovar leggera sulle crudeltà del vivere, un po’ Gna Pina di Verga egoista e vorace, ma anche Bocca di Rosa di De André tra paganesimo e sacralità del sentimento, e soprattutto Cabiria.

Perché quell’ufficio a quattro ruote pare preso in prestito alle atmosfere poetiche e crudeli tratteggiate da Fellini, nel battere e levare di indolenza e vibrazioni, disillusioni e scampoli di sogni, giudizi facili e realtà evidenti.

Nel giorno di San Valentino, la «nostra» Cabiria è ignara testimone delle contraddizioni tra forma e sostanza, realtà e fantasia, gioia e amarezza, sentimento e piacere, solitudine e compagnia. Bandierina rossa all’esterno: Cabiria è libera.

Nessuna bandierina: servizio momentaneamente non disponibile. Attendere il proprio turno, prego.

Oltre i cioccolatini, i regali e gli ammennicoli, le promesse e gli impegni contrattuali, le socialità sbandierate in rete e la frenesia della contemporaneità, i selfie con i filtri e il giudizio facile, ci sono solitudini resistenti. Sedimentate o di fresco conio, taciute, sepolte sotto apparenze politically correct e convenzionali. E c’è un maledetto disperato bisogno di sentirsi al centro di un pezzo di tempo, anche un tempo piccolo, altrui. E se per millemila ragioni quel pezzo di tempo e d’amore – di carne o d’anima che sia -, manca, c’è chi lo cerca altrove, anche a pagamento. Per appagamento.

Inutile interpretare, argomentare, scavare, pontificare. Così è. Da sempre. Solleva, non poco, che l’attempata venditrice di toppe per il cuore e per le membra a seconda, proponga servigi e mercanzia in modalità «libera professionista», senza sfruttatori e aguzzini. Libera scelta in libera roulotte.

Un po’ poetica un po’ crudele, si diceva. La poesia di un’attesa, di un abbraccio, della scelta libera da parte di ambo i contraenti, di una campagna lenta e salentina.

La crudeltà di una roulotte abbandonata, del sudiciume, della promiscuità, di quell’accontentarsi e voler dare la propria interpretazione all’amore che è tutto e che non è niente.

E ognuno lo vive come vuole e soprattutto come può. Ché non può stare in confini prestabiliti né sottostare a interpretazioni univoche. Ci si fa andare bene, talvolta, anche l’illusione di essere amati, a tempo.

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