Se la prestigiosa Enciclopedia Treccani ha decretato parola dell’anno il «Rispetto», «per la sua estrema attualità e rilevanza sociale», è indispensabile sottolinearne un’altra, che si potrebbe preannunciare - con azzardo - propria non solo del 2024 ma anche come auspicio per l’anno avvenire: «Libertà». Che il 2025 sia un anno «di libertà» «con le libertà»!
Il termine «Libertà» è pregno di significati, trasuda sentimenti vivi, esprime ciò che ciascuno vorrebbe essere ma spesso non è. Essere liberi o «liberi di essere» è qualcosa di indispensabile, regge le sorti dell’umanità e condiziona il pensiero e l’agire dell’uomo. Si è discusso tanto attorno a tale parola, si sono scritte costituzioni, dichiarazioni universali, eppure è ancora necessario parlarne e avere il coraggio di essere liberi. Cos’è allora la libertà? Esiste? Siamo tutti liberi?
«Libertà» ha la stessa radice di «liber», «figlio» e «libro»: indica apertura alla vita, alle relazioni, al sapere, nella responsabilità di crescere, migliorare sé stessi senza distruggere il mondo. La si pronuncia spesso in questi tempi di prigionie mentali, di atmosfere lugubri, di arroganti supremazie. Ciascun individuo dovrebbe rappresentare un generatore di libertà, ma per farlo occorrerebbe rimodulare il significato che diamo alla vita. Leggendo in particolare, il saggio Generare libertà di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti (il Mulino), si sono esplicitate alcune riflessioni che ora emergono su carta: si è alimentata la fiamma del vivere, la riconoscenza dell’altro nella conoscenza di sé priva di rancori, di ispidi risentimenti che incatenano l’umano alla non-vita, a spegnersi nel buio del proprio abisso; libertàsignifica giustappunto riemergere dall’abisso arricchiti di conoscenza, di luce, e come un «generatore» ognuno di noi dovrebbe alimentare la vita con sé stesso, negli altri, creare costellazioni, prive di confini cristallizzati. Ogni individuo esiste nella sua unicità, ma non può prescindere dall’altro, dall’ecosistema: perciò la libertà non sussiste senza responsabilità, in assenza di rispetto. E questa presa di coscienza insieme all’evoluzione del proprio essere che rende liberi. Si tratta di una libertà imprescindibile senza la quale l’essere umano smarrisce la propria dignità, il proprio significato.
Tutti abbiamo bisogno di libertà, i popoli necessitano essere liberi di vivere le proprie usanze, religioni, i propri sorrisi. Libertà delle donne di essere sé stesse senza pregiudizi. Libertà di vivere la propria sessualità. Di amarsi liberamente. Libertà di pensare e di agire con l’unico vincolo di rispettare l’altro, perché se nella relazione non c’è rispetto non può esserci reciprocità, né costruzione di sé e consolidamento dei valori: «La libertà non è un essere solipsistico, ma un fare sociologico, non è uno stato limitato alla singolarità del soggetto, ma un rapporto seppure considerato dal punto di vista dello stesso soggetto» (G. Simmel). Libertà comporta impegno, costanza. È un valore assoluto, ma non ha validità assoluta: c’è qualcuno o qualcosa che da un momento all’altro può sottrarcela. Occorrerebbe averne coscienza, esercitare con assiduità il pensiero.
Un uomo libero è anche un uomo giusto, non ha bisogno di corrompere né di eludere le leggi e non ha bisogno di ideologie per persuadere gli altri, o perfino sottometterli. La parola libertà comprende la quotidianità. È vita. La vita della libertà. E allora prendiamo per mano questa significativa parola, abbracciamo il pensiero di essa e facciamone azione, concretizziamola, ogni giorno in ogni luogo: in casa, a scuola, in chiesa, in ufficio, in parlamento, per le vie delle nostre città. Essere liberi comporta coraggio, così puntualizza Vito Mancuso: «Guardando al mondo e agli esseri umani, quello che appare è uno sterminato palcoscenico su cui si esibiscono indossando le diverse maschere imposte dall’esistenza, ma ognuno di noi sperimenta anche l’acuta sensazione di essere qualcosa di assolutamente differente, qualcosa di unico. La scintilla della libertà nasce da questa consapevolezza, per sostenere la quale è necessario però il coraggio di sottrarsi al pensiero dominante e scoprire nuovi valori in cui credere; di scrollarsi di dosso le convenzioni che si soffocano e costruire un rapporto autentico con gli altri e con sé stessi; di essere liberi per diventare veramente chi siamo»; sicché la parola libertà diventi consapevolezza di sé, sia davvero l’unica a fermare le guerre, a dare dignità a ciascuno, per placare la sete di potere, per seminare e far crescere speranza. Liberi di essere. Di sperare. Con fiducia all’anno che verrà!