Domenica 07 Settembre 2025 | 21:17

Dio fece gli uomini diversi, poi la colt li rese uguali e oggi ci pensa il carcere

 
Umberto Sulpasso

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Umberto Sulpasso

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Viviamo la terza rivoluzione storica del sapere nella vita di un milione di anni dell’umanità

Venerdì 04 Ottobre 2024, 13:48

Viviamo la terza rivoluzione storica del sapere nella vita di un milione di anni dell’umanità. La rivoluzione internet dopo la scrittura e dopo Bi Sheng, inventore della stampa, gli occidentali sempre un po’ faziosi la attribuirono cinque secoli dopo a Gutenberg, ma alcuni politici italiani, - ma per far felice la Le Pen, è in arrivo Macron - sono gli unici a non averlo capito. In questo ritardo si fanno compagnia con gli economisti solennemente abbarbicati a modelli di sviluppo economico di duecento anni fa, quando i tessuti si tessevano a mano e la Colt come sistema per dirimere il dissenso non era ancora stata inventata. Dio fece gli uomini diversi, ma la Colt li rese uguali dichiarò il suo inventore regalando un sogno agli avversari del dissenso. Colt, la pistola più letale al mondo prima di essere spodestata in questo piedigree dalla Smith & Wesson Model 500, che ne ha uccisi qualche milione in più, è infatti senza alcun dubbio il sogno di chi ha elaborato il Decreto Sicurezza. Parafrasando Samuel Colt, Dio fece gli uomini diversi, il Ddl rende uguali gli uomini mandandoli tutti in carcere.

È storia antica. Non si può sbrigativamente usare la Colt con chi dissente, e allora ci si accontenta del carcere, il sogno di ogni società di polizia. Carcere. Carcere. Carcere. Sembra di sentire le grida citate dal Manzoni o la raffica di sanzioni sancite nel Lombardo veneto quando i signori delle restaurazione del 1815 unificarono Fontana e Zaia in unico regno, e grazie alla autonomia differenziata lo dettero gradito cadeaux all’Austria che decise di governare con la polizia. Salvini, dovevi nascere allora! Il Ddl si ispira a quei principi. Carcere fino a 2 anni. Carcere fino a 20 anni, fino a 7 anni, fino a 15 anni. Scuasi, è uscito il 17 anni? Si. Tombola!

Studenti e cittadini. Se vi capita di trovarvi a passare in vicinanza di uno sciopero e vedete un poiiziotto, porgetegli i polsi per le manette e saltate motu proprio sulla camionettta. Ci sono già altri cento individui? Fatevi spazio a gomitate. Gandhi per resistenza passiva si cucca 4 anni!

Ma questi sono matti. Ci vogliono tutti in carcere. C’è un libro delizioso di uno scrittore brasiliano, l’Alienista di Machado De Assis, in cui uno pseudo psicologo comincia a far mettere in manicomio persone normali e arriva alla quasi certezza che riuscirà a fare ricoverare tutta la cittadinanza. Ma quelli si svgliarono, e allora perché non anche noi? Non c’è alcun dubbio. I nostri governanti ci vogliono tutti in carcere. Nel Ddl gli anni di carcere sanciti per le persone a cui non garba il sistema sono elargiti con generosità e manica larga a coloro che abbiano voglia di parlare, di respirare, e pretendano addirittura di avere idee. Idee diverse? Non conta, non bisogna avere idee. 3 anni qua, 5 anni là, anche 7, 15, 20. Della serie : provatevi ad avere una idea diversa ed ecco cosa vi capita.

Ma i Signori del tacete-tutti-altrimenti vi schiaffiamo in gattabuia ignorano che il mondo si farà beffe di loro. Bisognerebbe che qualcuno li informasse che è nata internet.

Politici italiani non lo hanno ancora scoperto, al pari degli economisti autori di manuali e di decreti lavoro antidiluviani.

L’economia, sintesi di tutti i mali e di tutti i beni del pregresso sociale vive nel 2024 nei manuali sulla base di modelli ultracentenari che oltre a provocare, attentati, scoppi di bombe nelle metroplitane, disoccupazione in aumento, portano l’umanità sulla soglia della sesta dstruzione di massa. (Nazioni Unite dice: per favore abolite il PIL! o crepiamo tutti!).

L’umanità vuole benessere materiale, e ha diritto ad averlo. Ma ci sono dati di fatto che chi governa nell’era internet deve capire: 1) il costo pagato dagli altri per il nostro benessere deve incontrare dei limiti perché i paesi colonizzati a fini predatori ora con internet imparano a protestare a casa dei signori suddetti. Anche se quando sbarcano gli levano il telefonino. 2) la solidarietà sociale non è più un fatto di morale individuale e non può essere accantonata, è fatto di sicurezza, e la sicurezza è diventata indivisibile. 3) la polizia che governa la nazione come nel Ddl può generare solo allucinante povertà intellettuale. E in Italia questa non piace, non agli intellettuali che si adattano a tutto, ma alla gente comune. Alle generose signore di Bari Vecchia, che assistettero spontaneamente gli sfollati di età recente con pasta al forno e focaccia, (ah esserci nella mia città quei giorni) dite che un emigrato per puro caso non crepato sul gommone capovolto non può avere un telefono per salutare mamma e papà lontani. Le signore gli daranno all’emigrato il proprio telefono.

Ma come si fa a vietare una comumicazione umana a chi ha affrontato di affogare pur di affrancarsi dalla miseria e povertà più nera? Senza scomodare il fascismo, che diligentemente copiò, Il Ddl approvato dalla camera, richiama le manzioniane grida e gli sfarzi (proto, non sforzi, ma sfarzi) polizieschi austroungarici.

Ma internet e la rivoluzione IT sono qui per restare. Macron pagherà duramente lo sgarbo fatto alla sinistra internet, è condannato a diventare il simbolo del reazionarismo lepeninano. Draghi diventerà l’uomo delle provvidenza europea, perché invoca il debito unico europeo.

Grazie a Gianni Cuperlo per invitarci a firmare contro il Decreto Ignoranza. Che il Senato abbia il buon senso di non approvarlo. E intanto in piazza, in piazza. Schlein, Landini, manifestino finchè fanno a tempo prima di finire tutti in galera.

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